Lettere in redazione

Scuola, il divieto di disegnare Gesù

Dalla stampa apprendiamo che in una scuola elementare fiorentina una maestra ha vietato ad un alunno di disegnare Gesù bambino, affermando che sarebbe una «scemenza» voler utilizzare la nascita di Cristo per rappresentare il Natale e che la scelta di un soggetto religioso avrebbe rischiato di offendere il sentimento di chi non è cristiano. A parte la gravità di aver limitato la creatività e la libertà di espressione del bambino, c’è da chiedersi se la maestra sappia che il Natale deriva dalla Natività di Gesù Cristo.

Simone Hegartindirizzo email

Alla celebrazione del Natale a scuola, a partire da questo caso fiorentino, abbiamo dedicato un ampio servizio su questo stesso numero del settimanale. E a quella pagina rimando per una trattazione più ampia. Qui mi limito ad un’osservazione. Per quanto sappiamo, la maestra che ha commesso quell’errore – perché di un errore pedagogico si è trattato – non l’ha fatto per avversione alla Chiesa o per un laicismo esasperato, come è successo in altri casi, quanto per un malinteso senso di neutralità della scuola di fronte ai valori della nostra tradizione culturale e religiosa. E questo, per certi versi, è ancora più grave e allarmante, perché una simile mentalità non riguarda un piccolo gruppo di insegnanti ideologizzati, ma pervade ormai la maggior parte dei docenti. Il ministro e il Direttore dell’Ufficio scolastico regionale hanno fatto bene ad intervenire prontamente. Ma quello che serve non è la punizione esemplare dell’insegnante, che ha agito in buona fede, come dimostrano le sue pubbliche scuse, e che tutti descrivono come «seria e preparata», quanto direttive chiare del Ministero che spazzino via i falsi pedagogismi del «politicamente corretto».

Claudio Turrini