Lettere in redazione

Se la destra sdogana don Milani

Caro Direttoreho letto anch’io, con interesse, ma con tanta rabbia i servizi dedicati al Convegno di «Magna Charta», fondazione culturale di centro-destra, che si è occupato di La Pira, padre Balducci e don Milani, dove il ministro della cultura Sandro Bondi, ha tessuto l’elogio del Priore di Barbiana. La mia rabbia è motivata dal constatare, come oggi, in piena egemonia culturale, alla deriva su tutti i temi che hanno contribuito a fare la storia del nostro Paese, si cerchi anche da parte della destra di sdoganare Don Milani.

Personalmente provengo da una scuola che anche oggi viene definita «cattolicesimo democratico». Alla mia non più giovane età, a questi principi mi sono sempre orientato. Conosco don Milani in tutti i suoi scritti e i temi che lui ha sempre affrontato: pace, giustizia sociale, scuola, etica e politica.

Tutto può essere mistificato, domani cercheranno di portare a destra anche gli insegnamenti di Pietro Scoppola, ma oggi uomini come don Milani, La Pira, padre Balducci, rappresentano ancora, per la mia generazione, la certezza di un domani migliore, che l’ex compagno Bondi non potrà scalfire.

Luigi CosimiMarina di Pisa

Ho partecipato anch’io, caro sig. Luigi, al Convegno, a cui fa riferimento, che aveva come tema: «La Pira – Don Milani – Padre Balducci. Il laboratorio di Firenze nelle scelte pubbliche dei cattolici dal Fascismo a fine Novecento». Vi ho tenuto una relazione di taglio storico sulla figura del Cardinale Giovanni Benelli che, nominato nel 1977 arcivescovo di Firenze, segnò – non solo a mio parere – una svolta a Firenze e in Toscana, dopo la crisi degli anni Settanta.

Al Convegno, a cui del resto hanno partecipato uomini e istituzioni di aree culturali molto diverse, non sono mancate certo le polemiche, ma contrariamente a quanto lei pensa, credo che sia opportuno un confronto, approfondito e serio, su un periodo importante della nostra storia, superando ormai alcune barriere. E che anche il mondo laico di centro-destra riconosca l’apporto culturale-ideale di certi personaggi dà anche a noi la possibilità di approfondire per meglio capire e per valutare il dibattito culturale, vivo e vario, di quegli anni. Senza appropriazioni indebite si intende, che del resto ci furono anche nel passato anche se di segno opposto. Il contributo di idee di queste persone fu vario, non tutto – a mio parere – di uguale valore e determinò certamente crisi e fratture, ma segnò anche un periodo di grande fervore di idee.

Ed è bene portare ad approfondire anche per riscoprire e valorizzare le tante idee e progetti che nacquero a Firenze. Perché non farlo insieme, ma anche all’interno del nostro mondo, per valorizzare tanti personaggi, preti e laici, che in quel periodo operarono? Penso qui a don Facibeni a La Pira a don Bensi che fu veramente padre di tanti fiorentini. E non furono certamente i soli: penso anche in tempi più recenti a un don Mario Lupori e a un don Cuba.

Ben vengano dunque questi Convegni, chiunque gli organizzi. Anzi non sarebbe male che si pensasse ad organizzarne, magari dalla Diocesi stessa, uno per far conoscere, soprattutto alle giovani generazioni questi che sono autentici tesori e che tanto possono insegnarci anche per l’oggi.