Lettere in redazione

«The Passion», un film terribile e splendido

Due aggettivi descrivono perfettamente «The Passion» di Mel Gibson, film di straordinario impatto emotivo sullo spettatore. Senza voler entrare nel merito delle molte polemiche suscitate o del valore tecnico-artistico del film (a mio parere, comunque, altissimo) lo definirei terribile e splendido.

Terribile: sì, terribile, perché ci sbatte in faccia, a noi cristiani intiepiditi dall’abitudine, con crudo verismo, senza «annacquamenti», senza falsi pudori, senza ipocrisie benpensanti, la realtà «scandalosa» di un Dio Uomo tentato, tradito, deriso, picchiato, sottoposto a torture atroci, la carne lacerata a brandelli dai flagelli romani, schiantato sotto il peso della Croce (peraltro «abbracciata» con slancio «folle» d’amore, all’inizio della Via Dolorosa), infine inchiodato al legno infamante, come un qualsiasi malfattore, fino all’annichilimento della morte.

Tremendo, sublime paradosso del cristiano: un Dio in balìa della crudeltà delle Sue creature, comunque amate sino alla fine (e noi uomini del ventesimo secolo sappiamo purtroppo molto bene a quali abissi può arrivare la ferocia dell’uomo nella Storia!).

Un Cristo che, appeso alla Croce, sperimenta l’angoscia dell’assenza del Padre (come accadrà a ognuno di noi nei momenti dell’agonia mortale), fino al totale, completo abbandono nelle Sue mani ed alla consumazione del sacrificio.Splendido: sì, splendido, perché tutto avviene per Amore; questo era il prezzo da pagare «per fare nuove tutte le cose» (come dice Gesù alla Madre in una scena particolarmente toccante), per ricomporre quell’armonia della Creazione spezzata all’inizio dei Tempi, quando la Corruzione e la Morte fanno il loro ingresso nel Mondo. Corruzione e Morte che saranno gloriosamente sconfitte dal Cristo sfolgorante della Resurrezione. Splendido, ancora: perché quando esci dal cinema sei turbato, commosso, frastornato, stenti a riprendere contatto con la rassicurante realtà quotidiana, ma giù, giù nel profondo dell’anima, avverti una inspiegabile, meravigliosa sensazione di pace, simile all’alito leggero che muove il lenzuolo funebre, ormai vuoto, nel sepolcro del Cristo Risorto.Maria Rita AngeliniPistoia Si può discutere sugli aggettivi da usare, ma non c’è dubbio che quello di Mel Gibson è stato un film coraggioso (perché non era scontato che avesse questo successo) e di forte impatto emotivo. E mi sono sembrate completamente fuori luogo (anche se al film hanno giovato in termini di pubblicità) le polemiche sul suo presunto antisemitismo.Claudio Turrini

The Passion, un atto di intensa devozione