“Nessuno li farà uscire facilmente. Se tutti i civili fossero evacuati, allora sarà possibile liberare la città dai russi senza problemi. I russi questo lo sanno e quindi non vogliono mandare via le persone”.
La guerra in Ucraina è entrata in una nuova fase. A dirlo è anche S.B. Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, nel suo quotidiano video messaggio registrato e diffuso da Kiev oggi nella “55ª giornata della resistenza nazionale alla sanguinosa aggressione russa contro lo Stato ucraino”.
A seguito del perpetrarsi in Ucraina di gravissime violazioni del diritto umanitario, il mondo giuridico e accademico lancia una task force che, dall’Italia all’Ucraina, dall’Europa agli Stati Uniti analizzerà le norme e i meccanismi processuali ucraini e internazionali e studierà il “dialogo” tra i diversi meccanismi di indagine.
Attacco con cinque missili che hanno provocato la morte di 7 persone e 11 feriti
E’ un mondo senza pace. La Siria, lo Yemen, il Sud Sudan, la Repubblica Centrafricana, il nord del Mozambico (Cabo Delgado), nel Nord Kivu e Ituri della Repubblica democratica del Congo, la guerra civile nel Tigray in Etiopia. Sono ancora tanti i conflitti nel mondo: almeno 22 guerre ad alta intensità nel 2021, 6 in più rispetto all’anno precedente, quando erano 15 (dati Caritas italiana). Con l’Ucraina, purtroppo, si è arrivati a 23.
“Per le persone è molto doloroso. Pensano che quello che stanno vivendo sia una sofferenza ingiusta”. A parlare è mons. Oleksandr Jazlovetskyi, vescovo ausiliare della diocesi di Kiev-Žytomyr nel giorno in cui, Venerdì Santo, la Chiesa fa memoria della Passione di Gesù.
“In Russia cominciano a farsi sentire gli effetti delle sanzioni. È innegabile. Mentre invece stando alle statistiche, l’operazione militare speciale in Ucraina è sostenuta dalla maggioranza della popolazione".
“Chiediamo a tutti i responsabili di fermarsi per una tregua pasquale che porti al cessate il fuoco il più presto possibile, perché la gente sta morendo. Continuiamo a sostenere l’Ucraina e a resistere alla guerra con la solidarietà e l’impegno umanitario”. È l’appello lanciato oggi a Roma da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità Sant’Egidio, in una conferenza stampa a 50 giorni dall’inizio della guerra, per fare il punto sul lavoro umanitario “per sostenere la resistenza del popolo ucraino con la solidarietà”.
Mentre proseguono la guerra in Ucraina e gli interventi a sostegno dei profughi, Caritas italiana pone l’accento anche sugli altri conflitti armati in corso nel mondo, spesso ignorati dai più, ma non da chi li subisce sulla propria pelle e da chi cerca di alleviarne le sofferenze.
“Condivido l’opinione di molti miei connazionali riguardo al dolore che la XIII stazione provoca alle nazioni in conflitto piuttosto che unirle. Il gesto di riconciliazione in sé è buono, ma i dettagli delle circostanze possono non essere intesi al di fuori del conflitto in quanto non sono univoci”. Per questo la protesta ha avuto “un’eco così ampia”. Con queste parole, anche il vescovo cattolico latino di Kiev, mons. Vitalii Kryvytsky, prende posizione in merito alla Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo dove alla stazione XIII due donne – una ucraina e una russa – porteranno insieme la croce.