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Aborto in Irlanda: presidente vescovi, «ogni vita umana è sacra anche dopo il risultato del referendum»

 Il 66,4% degli irlandesi ha votato a favore dell’abrogazione del divieto costituzionale dell’interruzione volontaria di gravidanza. Alla vita e all'esito del referendum ha dedicato l'omelia ieri monsignor Eamon Martin, arcivescovo di Armagn e presidente della Conferenza episcopale irlandese.

«Ogni vita umana è bella, ogni vita umana è sacra, ogni vita umana è preziosa. Questo rimane vero anche dopo il risultato del referendum. Il diritto alla vita non ci è dato dalla Costituzione irlandese o da alcuna legge. Tutti gli esseri umani ne hanno diritto, che siano ricchi o poveri, sani o malati». Alla vita e al referendum che ha decretato con una larga maggioranza l’abrogazione dell’ottavo emendamento dalla Costituzione irlandese, è dedicata l’omelia pronunciata ieri da monsignor Eamon Martin, arcivescovo di Armagn e presidente della Conferenza episcopale irlandese. Un risultato – ha detto – che conferma che «stiamo vivendo un tempo nuovo e una cultura cambiata in Irlanda. Per la Chiesa ciò significa che è un tempo di missione, un tempo per una nuova evangelizzazione».

L’arcivescovo – che con tutto l’episcopato irlandese, si era fortemente battuto per il no – si definisce oggi «profondamente rattristato» per l’esito del referendum e soprattutto «molto preoccupato per le implicazioni» che questo cambiamento nella Costituzione può apportare al «principio fondamentale secondo cui il valore di tutta la vita umana è uguale e che tutti gli esseri umani, nati e non nati, hanno lo stesso valore e la stessa dignità». E afferma: «Abbiamo elevato il diritto alla scelta personale sopra al diritto fondamentale della vita». Nell’omelia, l’arcivescovo di Armagh ha ripercorso gli ultimi mesi di campagna referendaria per il no ed ha espresso la sua gratitudine alle tante persone, laici e donne, che hanno sostenuto la «causa della vita».

«Ci è stato detto che la gente ha votato sì per molte ragioni», ha quindi aggiunto. «Come molti altri, anch’io mi sono trovato sfidato dalle storie personali di così tante donne in Irlanda». «Mi sono reso conto – ammette – di quanto poco conosca personalmente le pressioni cui queste donne possono essere sottoposte e di come molte di loro si sentano isolate, trascurate e sole nella loro angoscia. Sono situazioni tragiche, a volte disperate, che non andranno via solo perché l’aborto è ora reso ampiamente disponibile in Irlanda. Resta la domanda». Si tratta, pertanto, di capire come «aiutare realmente e praticamente le donne vulnerabili» che pensano che «l’unica via per uscire dalla crisi sia quella di porre fine alla vita del loro bambino non ancora nato». Bisogna quindi trovare «nuovi supporti, a parte l’opzione dell’aborto» da proporre alle madri e ai padri che si trovano in situazioni di crisi. E, soprattutto, incoraggiare le persone affinché «la nostra compassione si estenda anche alla vita del nascituro».

«Queste domande – incalza il presidente dei vescovi irlandesi – rimangono per tutta la società irlandese, inclusa la Chiesa». L’invito dell’arcivescovo ai cattolici irlandesi è quello di non lasciarsi vincere dalla delusione e dallo scoraggiamento. E conclude ricordando che «in molti Paesi del mondo la Chiesa proclama il Vangelo della vita in contesti dove l’aborto è ampiamente disponibile e in cui le persone sono diventate sempre più desensibilizzate al valore di ogni vita umana».