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Afghanistan: gesuita rapito, mons. Moretti chiede preghiera e silenzio

«Viviamo questo momento con una preghiera profonda, silenziosa e piena di speranza. È un evento triste che speriamo possa evolversi presto positivamente. Chiediamo ai mass media la massima riservatezza, perché gli organi istituzionali possano fare il loro lavoro e salvare padre Alexis Prem Kumar».

A dichiararlo all’Agenzia Fides è mons. Giuseppe Moretti, Superiore della «Missio sui iuris» dell’Afghanistan, sul sequestro del gesuita indiano p. Alexis Prem Kumar, rapito in Afghanistan il 2 giugno da un gruppo non identificato di uomini armati. «Non ci sono notizie certe. I rapimenti di stranieri – spiega mons. Moretti – sono frequenti in tutto il paese. Sappiamo solo che è stato prelevato da uomini armati, potrebbero essere fazioni talebane o criminali comuni».

P. Prem Kumar, 47 anni, opera in Afghanistan da quattro anni come direttore del «Jesuit Refugee Service» (Jrs), il servizio per i rifugiati, ed è stato rapito mentre si trovava in visita ad una scuola per rimpatriati nel villaggio di Sohadat, a 25 km di Herat. A confermare il rapimento è stato il Superiore provinciale dei gesuiti dell’Asia Meridionale, p. Edward Mudavassery. Il «Jesuit Refugee Service» è un’organizzazione internazionale di volontariato promossa dalla Compagnia di Gesù che assiste e cura oltre 800mila rifugiati: i profughi bhutanesi in Nepal, i rifugiati dello Sri Lanka in India e i profughi afgani.