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Argentina: il peronista Fernández è il nuovo presidente

Torna il peronismo alla guida dell'Argentina. Vittoria già al primo turno delle presidenziali per Alberto Fernández, che - stando alle proiezioni - avrebbe battuto il presidente uscente Mauricio Macrì.

Era una vittoria annunciata e tale si è rivelata, anche se con proporzioni inferiori rispetto ad alcune previsioni e agli iniziali exit poll. In Argentina si assiste all’ennesimo ritorno del peronismo di sinistra, con la vittoria al primo turno delle presidenziali di Alberto Fernández, che a scrutinio quasi completato ottiene il 48,1%, contro il 40,4% del presidente uscente, Mauricio Macri, liberale di destra. Quest’ultimo ha parzialmente rimontato rispetto alle primarie di agosto, ma il divario era impossibile da colmare, tenendo anche conto che la legge elettorale argentina prevede che la vittoria al primo turno ci sia se un candidato supera il 45% dei voti. Più netto il successo del nuovo presidente nella provincia e nella Città metropolitana di Buenos Aires.

Fernández, fin da subito, dovrà fare i conti con la sua ingombrante vice, cioè l’ex presidente Cristina Kirchner. L’accoppiata, in campagna elettorale, ha funzionato al di là di ogni previsione. Ma ora i due andranno d’accordo? «Domanda da cento milioni – dice al Sir Ignacio Labaqui, politologo dell’Università Cattolica Argentina -. Il nuovo presidente è stato capo di gabinetto della Kirchner, ma in alcune occasioni è stato duro con lei». Un profilo pragmatico, che suscita meno inimicizie, il suo, in un Paese comunque polarizzato, dove «il 30% della gente adora la Kirchner, mentre un altro 30% la detesta». La candidatura di Fernández «è stata un’abile mossa della ex presidente».