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Asia Bibi: Paul Bhatti su rinvio udienza, «Più coraggio nei giudici»

«Finché non ci sarà giustizia e uguaglianza anche per le minoranze, finché non ci sarà libertà religiosa in Pakistan, il Paese non potrà mai avere serenità e armonia». A sostenerlo è l'ex ministro cristiano pachistano Paul Bhatti, fratello di Shahbaz ucciso dagli integralisti islamici.

In un’intervista a Radio Vaticana, Bhatti commenta il rinvio al 16 ottobre dell’udienza nel processo a carico di Asia Bibi, la donna pachistana da 5 anni in carcere perché accusata di blasfemia, non l’unica in una situazione di questo tipo giacché dati recenti parlano di circa 400 casi, di questi il 20-25% coinvolge cristiani. «Nel Paese – spiega Bhatti – anche la giustizia è sotto pressione ma questo non giustifica il fatto che persone, come Asia Bibi, non debbano avere giustizia». Di qui l’auspicio che la recente operazione nel Nord del Paese «nel corso della quale sono state distrutte tantissime fabbriche di estremisti che producevano armi» possa portare «giustizia e anche più coraggio nei giudici».

«Ci sono gruppi – prosegue – che protestano davanti al Parlamento chiedendo le dimissioni dell’attuale primo ministro e un nuovo cambiamento… Del resto, se il Paese soffre, chiaramente, i cristiani, i poveri e gli emarginati soffrono molto di più. Non so se quello che stiamo vedendo sia del tutto negativo, o se possa invece essere un cambiamento per portare in Pakistan la pace ed i diritti uguali per tutti».