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Attacco Tunisi: padre Fontaine, «azione inaspettata, obiettivi di potere»

Sono 19 le vittime confermate dell'attacco al Museo del Bardo, a Tunisi. Il Sir ha raccolto il commento del missionario Jean Fontaine.

«Nessuno si aspettava che qualcosa del genere potesse accadere a Tunisi, l’area del Parlamento è ben sorvegliata e il governo in carica sembrava aver preso misure importanti per impedire questo tipo di azioni». Padre Jean Fontaine, sacerdote dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi), raggiunto telefonicamente dal Sir condivide l’incredulità di molti tunisini davanti all’attacco di oggi al museo del Bardo nella capitale, non lontano dal Parlamento, con almeno 19 vittime confermate. Non è immediatamente chiaro a quale gruppo appartenessero gli assalitori. Nota il religioso: «La Libia è vicina, anche se non abbiamo mai pensato a combattenti come quelli del cosiddetto Stato islamico qui in città, si sapeva soltanto che ce n’erano piccoli gruppi nascosti nelle montagne». Quanto accaduto, però, secondo p. Fontaine, non ha nulla a che fare con la religione: «Bisogna separarla completamente da queste azioni, portate avanti da persone che vogliono prendere il potere con la forza, indipendentemente dal fatto che alcuni cerchino di giustificarsi invocando la religione». L’aspetto da affrontare, semmai, conclude il religioso, «è economico: c’è bisogno che tutti possano lavorare e abbiano di che vivere, che ci sia meno differenza tra ricchi e poveri: questi fattori pesano nella situazione attuale».