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Attacco a Londra, premier May: «Le cose devono cambiare». Il dolore dei leader religiosi

«Questo è il terzo attacco in tre mesi in Gran Bretagna. Gli attacchi non sono collegati ma siamo di fronte a un nuovo trend: il terrorismo chiama il terrorismo e gli assalitori vengono ispirati da altri assalitori. Quando è troppo è troppo, le cose devono cambiare». Theresa May, premier britannico, usa toni fermi all’indomani del nuovo attentato a Londra che, nella notte tra sabato e domenica, ha fatto 7 vittime e una cinquantina di feriti.

E ieri all’Angelus Papa Francesco ha pregato con queste parole: «Lo Spirito doni pace al mondo intero; guarisca le piaghe della guerra e del terrorismo, che anche questa notte, a Londra, ha colpito civili innocenti: preghiamo per le vittime e i familiari».

Il giorno dopo l’azione terroristica nella capitale britannica lo Stato Islamico ha rivendicato l’attentato. Le autorità inglesi proseguono le indagini che hanno portato finora a 12 arresti. Erano tre gli assalitori entrati in azione sabato sera con un furgone, lunghi coltelli da cucina e finte cinture esplosive: si sono dapprima lanciati con un furgoncino a tutta velocità sul London Bridge dove hanno travolto alcune persone, poi sono scesi impugnando coltelli e ne hanno ferite altre, hanno continuato l’attacco contro persone indifese vicino a Borough Market, prima di essere uccisi dalle forze di sicurezza. Segnata da altri recenti attacchi, Londra sta reagendo con coraggio ma anche tanta prudenza e oggi le forze dell’ordine presidiano moltissimi punti nevralgici e i mezzi di trasporto. La violenza dell’Isis pesa inoltre sulla politica, con le elezioni previste per giovedì 8 giugno.

«Tutte le persone coinvolte negli inquietanti e violenti attacchi al London Bridge, Borough Market e Vauxhall sono nelle mie preghiere questa notte». Con un tweet pubblicato in piena notte, il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, reagisce all’attentato che ha fatto ripiombare l’Inghilterra nell’incubo del terrorismo.

E nel giorno in cui si è celebrata la festa della Pentecoste, la Conferenza episcopale inglese ha rivolto una preghiera allo Spirito Santo perché «Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima» ristori la pace nei cuori di tutte le vittime.

«I terroristi ci vogliono dividere. Vogliono che ci odiamo. Vogliono cambiare il nostro modo di vivere. Ma proprio come abbiamo visto a Manchester, i londinesi stanno rispondendo con generosità e con cuori aperti. Con coraggio, resilienza e determinazione». Lo scrive l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, in un post pubblicato ieri sera su Facebook, dedicato all’attacco al «London Bridge».

Nel post, l’arcivescovo racconta come dopo «gli orribili eventi di Londra della scorsa notte, le chiese di tutta la Gran Bretagna hanno pregato per i feriti e tutte le persone colpite che stanno affrontando una così difficile prova di dolore». In particolare a Folkestone era «tangibile» – scrive Welby – la determinazione di «pregare, stringersi nel dolore e stare al fianco della gente di Londra«

«Oggi è Pentecoste e preghiamo ‘Vieni Spirito Santo’, Spirito della pace, della guarigione e della speranza. Ciò che abbiamo celebrato questa mattina in chiesa è la speranza eterna che abbiamo in Gesù Cristo, ma anche nelle risorse profonde che abbiamo nella nostra fede, nella nostra storia, nella nostra cultura, e che ora ci consentono di affrontare questa sfida con coraggio».

In mattinata, l’arcivescovo Welby in un’intervista all’emittente radiofonica «Lbc», ha raccontato di aver vissuto in prima persona lo shock dell’attacco perché abita a solo un chilometro di distanza dal luogo dell’attentato e di aver visto come i londinesi hanno reagito al terrore con generosità. «Londra – ha detto – sta dimostrando perché è considerata una delle più grandi città del mondo». E poi ha lanciato un messaggio di pace alla nazione: «Non dobbiamo prendercela con le persone a causa della loro fede o della loro categoria, ma dobbiamo rivolgerci alle persone che cercano di dividerci e di distruggerci».

«Ancora una volta siamo colpiti dagli eventi terribili che ovunque nel mondo mettono in evidenza che le forze della violenza e del male non saranno messe a tacere, ma si rialzeranno sempre. Noi sappiamo però che la potenza di Cristo è più forte! Più forte della morte, del peccato, della paura». Lo ha detto ieri il card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga e presidente della Conferenza episcopale tedesca, nell’omelia della messa di Pentecoste. Un pensiero particolare all’attentato di Londra: «Vogliamo includere nella nostra preghiera tutte le persone che sono afflitte e oppresse in un modo speciale: le vittime della violenza, i feriti, i morti, i familiari: tutti sono nel nostro cuore adesso, in questa celebrazione dell’Eucaristia». La Pasqua e la Pentecoste, ha spiegato il cardinale, dovrebbero «mettere il mondo in movimento verso la meta di una sola famiglia umana», ma si presenta sempre la «tentazione di tirarsi indietro, di rinchiudersi nel proprio io» per cui la «visione del mondo come una sola famiglia umana appare attualmente piuttosto appannata». Il card. Marx ha sollecitato i cristiani a «offrire una contro-testimonianza, una testimonianza del fatto che lo Spirito di Dio è efficace, che questo spirito può tenere tutto il mondo in movimento verso il meglio, verso l’amore, verso la giustizia». Questo è l’invito della Pentecoste: testimoniare questo messaggio nel mondo, con grande fiducia, senza paura, senza arrendersi, senza rinunciare».