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Attentati Francia: eurodeputati, «Stop al terrorismo. Sì al diritto di ridere»

(Sir Europa - Strasburgo) - «Il terrorismo attacca e minaccia il nostro diritto a vivere insieme e in sicurezza. Per questo non possiamo scendere a compromessi sui valori europei, sulla libertà di pensiero e di espressione. Dobbiamo reagire tutti insieme e non farci contaminare dall'odio seminato dai terroristi». Martin Schulz, presidente dell'Europarlamento, ha aperto la plenaria di Strasburgo (12-15 gennaio), commemorando le vittime degli attentati francesi e facendo rispettare un minuto di silenzio all'emiciclo.

All’ingresso del palazzo che ospita l’Eurocamera sventolano a mezz’asta la bandiera di Francia e quella blu con 12 stelle dell’Europa. E in aula, così come nei corridoi e negli uffici, non si parla d’altro. Molti deputati ricordano, assieme allo stesso Schulz, quanto sta avvenendo in Nigeria con Boko Haram, i conflitti in Ucraina, in Medio Oriente, le forme di violenza e le discriminazioni imposte nel mondo a cristiani, ebrei e musulmani. Alain Lamassoure, eurodeputato popolare francese, torna sulle manifestazioni dell’11 gennaio, che definisce «uno tsunami popolare» dal quale si è levato un «grido di fraternità». «A Parigi domenica – afferma – è nata l’Europa dei popoli». La socialdemocratica francese Pervenche Berès dice: «Al terrore occorre rispondere con la democrazia, lo stato di diritto, la tolleranza e la solidarietà». «Dobbiamo difendere il diritto di ridere».

La conservatrice belga Helga Stevens spiega: «Crediamo nella libertà di pensiero, nella libertà di religione. E i cittadini scesi in strada domenica hanno detto insieme il loro sì alla libertà, alla tolleranza, alla necessità di restare uniti». Guy Verhofstadt, liberale belga, aggiunge: «Siamo tutti Charlie perché siamo tutti europei. Le nostre società sono ormai interculturali, è un dato di fatto». Poi richiama «le nostre responsabilità: non dobbiamo mai perdere di vista cosa accade nel vicinato e nel mondo», operando con adeguate politiche sulla scena internazionale. Michèle Rivasi, verde francese, mette in guardia: nella lotta al terrorismo «si deve difendere la libertà rispettando i diritti» individuali e sociali, perché «non si tutelano i diritti fondamentali negandoli». Nigel Farage, britannico, dichiaratamente antieuropeo, afferma di aver visto «le persone spaventate. E dobbiamo ammettere che le nostre politiche sono sbagliate»: qui denuncia la «tolleranza» verso l’«immigrazione di massa». Marine Le Pen, euroscettica francese, rincara la dose: «Non è il terrorismo che ha ucciso» 17 francesi, «ma il fondamentalismo islamico, questo vento mortifero che spira in Europa». Per Le Pen i governi europei hanno mostrato «lassismo e troppe concessioni», ed è ora di cambiare rotta. «L’Europa è capace di difendere i cittadini? Lasciamo piuttosto che siano gli Stati nazionali» a farlo.