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Attentato Gerusalemme: leader religiosi in visita alla sinagoga

I capi e i rappresentanti delle comunità religiose presenti in Terra Santa si sono recati questa mattina in visita alla sinagoga di Gerusalemme che ieri è stata teatro di un attacco terroristico, che ha causato la morte di quattro ebrei e di un poliziotto israeliano uccisi da due palestinesi, per esprimere solidarietà alla comunità colpita e condannare insieme tutti gli atti di violenza che non risparmiano i luoghi di preghiera.

Alla visita hanno preso parte leader e rappresentanti cristiani, musulmani, drusi e ebrei. Secondo quanto riferisce il Patriarcato latino di Gerusalemme la delegazione è prima stata accolta all’Ufficio culti del Ministero dell’interno israeliano e poi si è recata alla sinagoga sita nel quartiere di Har Nof.

«Veniamo come capi religiosi in un luogo santo. Queste persone sono state colpite mentre pregavano e ogni luogo di preghiera e di culto deve essere rispettato e protetto». Nei loro interventi i capi religiosi, tra i quali anche quelli cristiani, hanno condannato il terrorismo e la barbarie commessa in nome di una religione contro un’altra rinnovando un forte appello alla libertà di espressione e di religione per tutti gli abitanti della Terra Santa. «Sono state richiamate – ha detto il patriarca Twal – le responsabilità dei leader politici, ma anche quelle dei capi religiosi. Questi devono comunicare alle rispettive comunità sentimenti di pace e concordia, e vigilare contro ogni forma di odio e di intolleranza. Non dobbiamo avere paura di pregare per la pace. Questo incontro dice che la speranza non è ancora morta». Dal Patriarca è giunto anche un richiamo a quei politici israeliani che hanno invocato «una risposta dura» all’attentato e la necessità di armare la popolazione. «Non è una soluzione – ha stigmatizzato il Patriarca – i responsabili politici devono essere saggi per sostenere la pace e controllare il fondamentalismo».