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Attentato in cattedrale Filippine: vescovi, «unire le mani di coloro che sono a favore della pace»

È di 20 morti e 110 feriti il bilancio ufficiale dell’esplosione di due bombe avvenuta ieri durante la Messa della domenica celebrata nella cattedrale di Jolo, nel sud-est delle Filippine, in una zona considerata roccaforte dei militanti islamici. L’attentato, verificatosi pochi giorni dopo il referendum che concede maggior autonomia regionale alla minoranza dei musulmani, è stato rivendicato dall’Isis. Il cordoglio dei vescovi e del Segretario del Wcc.

Oggi il presidente filippino Rodrigo Duterte con i suoi più alti addetti alla sicurezza si recherà a Jolo per rendere omaggio alla vittime e incontrare i sopravvissuti dell’attacco terroristico. 

Come racconta ad Acs mons. Lito Lampon, vescovo emerito di Jolo e oggi arcivescovo di Cotabato, uno dei due ordigni è esploso all’ingresso della Cattedrale di Nostra Signora del Monte Carmelo, mentre l’altro nel parcheggio antistante: «È successo durante la Santa Messa. La prima bomba è esplosa mentre i fedeli cantavano l’Alleluia – continua il presule – la seconda mentre le autorità rispondevano al fuoco». Accorato il messaggio inviato ad Acs dall’amministratore apostolico di Jolo, padre Romeo Saniel, che al momento dell’attacco si trovava, così come mons. Lampon, alla Plenaria della Conferenza episcopale a Manila: «La maggior parte delle vittime è composta da fedeli che venivano tutte le domeniche alla messa delle 8 di mattina – rende noto il religioso appartenete all’ordine degli Oblati di Maria Immacolata -. Daisy Barade delos Reyes è stato il presidente del consiglio parrocchiale, Romy Reyes e sua moglie Leah erano mie amici. Tutti loro sono rimasti coraggiosamente a Jolo nonostante le minacce e l’alto livello di insicurezza». Mons. Saniel è convinto che si tratti di un attentato anticristiano e che le vittime siano state uccise a causa della loro fede: «Non vi sono parole per descrivere il nostro dolore. VI chiediamo di pregare per le vittime e per i loro cari, così come per le famiglie dei soldati che hanno perso la vita nel tentativo di rendere sicura la nostra cattedrale».

Come Aiuto alla Chiesa che Soffre ha più volte denunciato, da anni nella regione a maggioranza islamica di Mindanao i cristiani subiscono attacchi orribili ad opera degli estremisti islamici e separatisti di Abu Sayaf, affiliati ad Isis. «Siamo certi – conclude la nota – che nessun attacco, né violenza anticristiana potrà mai sradicare la fede dal cuore dei cattolici».

Insieme alle condoglianze per i «numerosi soldati e civili uccisi» nelle esplosioni nella Cattedrale del Carmelo a Jolo durante la messa domenicale, i vescovi delle Filippine in un messaggio «condannano questo atto di terrorismo che si è verificato solo pochi giorni dopo il plebiscito sulla ‘legge organica di Bangsamoro’». I vescovi che in questi giorni sono riuniti in assemblea plenaria a Manila (26-28 gennaio), riferiscono di aver ricevuto la notizia dell’attentato da padre Romeo S. Saniel, amministratore apostolico di Jolo. Nel messaggio, che porta la firma di mons. Romulo G. Valles, arcivescovo di Davao e presidente della Conferenza episcopale delle Filippine, si chiede «ai nostri fratelli cristiani di unire le loro mani con quelle di tutte le comunità musulmane e indigene che sono a favore della pace nella difesa contro l’estremismo violento», proprio nel momento in cui si apre «una nuova fase del processo di pace con la creazione della Regione autonoma di Bangsamoro nel Mindanao musulmano (Barrm)». Dai vescovi l’auspicio che «tutte le nostre religioni di pace possano guidarci nella ricerca di un futuro più luminoso per i popoli di Mindanao».

«Di fronte a questa brutalità, la famiglia umana, i credenti di ogni fede e le persone di buona volontà devono stare unite per ricominciare a rispettarsi e prendersi cura gli uni degli altri, proteggersi l’un l’altro, e prevenire tale violenza». È il segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc), Olav F. Tveit, a incoraggiare la popolazione di Jolo e delle Filippine, in un messaggio di condanna del brutale attacco nella cattedrale cattolica di Nostra Signora del Monte Carmelo nell’isola di Jolo, domenica 27 gennaio. Dal Wcc un appello al presidente Rodrigo Duterte, ai leader religiosi e alle autorità di tutta la regione affinché «agiscano con rapidità e coraggio per salvaguardare i diritti religiosi fondamentali dei credenti di tutte le fedi, garantiscano la sicurezza dalla violenza e la giustizia per tutte le persone». «In questi tempi difficili e impegnativi», ha aggiunto Tveit, «il Wcc invita in particolare i leader religiosi e nazionali a sostenere il popolo nelle Filippine e ad affermare la vita, impegnandosi a contrastare le spinte negative con mezzi pacifici, ad esempio con un impegno proattivo nel dialogo e nella collaborazione tra cristiani e musulmani nelle Filippine e in tutto il mondo».