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Austria: confermato Kurz ma non la precedente coalizione

Dopo la vittoria del Partito popolare austriaco (Övp) dell'ex cancelliere Sebastian Kurz, la domanda che si pone l'opinione pubblica austriaca riguarda la futura coalizione di governo: con chi Kurz formerà il nuovo esecutivo?

Le elezioni per il Nationalrat, il Consiglio nazionale austriaco, hanno un chiaro vincitore: il Partito popolare austriaco (Övp) dell’ex cancelliere Sebastian Kurz, che con il 38,35% dei suffragi ha guadagnato ben il 6,88% di consensi rispetto al 2017. Si profila quindi ciò che tutti i commentatori dicevano, e che confermano oggi: cioè che il cancellierato sarebbe stata una partita tra Kurz e se stesso. Altro vincitore indiscusso delle elezioni è ritenuto il Partito dei Verdi (Grüne), che stabilisce la sua miglior prestazione elettorale di sempre, rientrando nel Nationalrat con un inatteso 12,35% dei voti.

Anche il partito di ispirazione neo-liberista Neos ha ottenuto il suo risultato migliore col 7,36%. Grandi sconfitti i nazionalisti di destra del Partito della libertà dell’Austria (FpÖ): dall’essere al governo con la precedente formazione governativa nata nel 2017 insieme con i Popolari di Kurz, hanno perso ben 8,95 punti percentuali: lo FpÖ ha pagato lo scandalo dell’Ibiza-gate, che vide coinvolto il leader e vicecancelliere Heinz-Christian Strache. Più voci del partito parlano di un posizionamento all’opposizione. E anche il Partito socialdemocratico austriaco ha perso: il peggior risultato della sua ultracentenaria storia, con il 21,54% dei voti, ben 4,90 punti in meno dal 2017.

A questo punto la parola passa al presidente federale Van der Bellen, che dovrà chiamare Kurz alla formazione del nuovo governo: «Guardiamo brevemente insieme i fatti – ha detto in una dichiarazione alla televisione di stato dal palazzo presidenziale dell’Hofburg -: a maggio, dopo lo ‘scandalo di Ibiza’, l’Austria è entrata in un territorio inesplorato (per la prima volta un cancelliere sfiduciato, ndr), ed è stato bello sapere che ogni passo da fare era previsto dalla costituzione federale. Oggi è stato fatto il passo successivo». Kurz alla luce dei risultati ha dichiarato: «Oggi la popolazione ci ha scelto di nuovo».

Il leader carismatico dell’Övp ha tenuto aperte tutte le opzioni durante la campagna elettorale. Solo il Partito della libertà dell’Austria (FpÖ) ha dichiarato la sua scelta di andare all’opposizione. Gli altri partiti si sono dichiarati disponibili al confronto con Kurz: che forte dei suoi 73 deputati su 183 del Nationalrat, potrebbe avere la maggioranza in parlamento sia con i Socialdemocratici (41 deputati), sia con i Verdi da soli o insieme con i neo liberali di Neos (rispettivamente 23 e 14).

Il più diffuso quotidiano austriaco, il Kronen Zeitung, titola: «L’Austria si sta dirigendo verso una coalizione verde-turchese», riferendosi ai colori dei Grüne e dei Popolari. Anche il «Kurier» si rifà all’ipotesi dell’alleanza tra verdi e popolari: «Se la maggioranza è abbastanza ampia – da 96 seggi – il verde-turchese è sicuramente l’opzione più attraente. Sarebbe la coalizione dei vincitori elettorali», scrive il quotidiano viennese e per Kurz, si aprirebbe un nuovo capitolo: «sarebbe il primo in Europa, a presiedere una coalizione sul cambiamento climatico».

Il «Der Standard» mette in risalto la resa dei conti all’interno dello FpÖ, dopo la pesante sconfitta, gli scandali e le lotte intestine: «L’FpÖ si radicalizzerà (ancora di più). Il problema principale del partito è che si tratta di una parte ostile al sistema. In definitiva, non vuole appartenere al consenso democratico di questa repubblica – scrive l’editorialista Hans Rauscher -. Vuole qualcos’altro, un sistema autoritario alla Viktor Orbán, Matteo Salvini o Vladimir Putin. Una domanda decisiva per la democrazia in Austria è quindi: il FpÖ rimane una forza importante in questo Paese?».