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Brexit: Theresa May supera la mozione di sfiducia

(da Londra) Una Theresa May vittoriosa, ma profondamente indebolita nella sua leadership, con 117 parlamentari conservatori che le hanno tolto la fiducia. La maggioranza di 200 deputati che l'hanno scelta - aveva bisogno di almeno 159 voti per superare questo test - non le danno quel margine di vantaggio che rende la sua guida forte e indiscussa.

È stata poi la stessa premier ad ammettere, che si dimetterà prima delle prossime elezioni generali del 2022, riconoscendo, così, la fine della sua carriera politica. Con i mesi contati l’influenza politica della May è molto limitata. La premier può continuare nel suo compito, senza ricevere altre mozioni di sfiducia dai suoi colleghi di partito, per almeno un anno e può riprendere il compito difficilissimo di far approvare dal Parlamento britannico l’accordo siglato con l’Unione europea.

È stato lo stesso primo ministro a dire che il sì di Westminster deve arrivare entro il 21 gennaio prossimo e che userà i prossimi giorni per tentare di avere qualche concessione. La prima tappa sarà giovedì quando la premier andrà a Bruxelles per convincere i leader degli altri 27 Paesi a fare qualche concessione sul tema controverso del «backstop», la protezione che garantisce che il nord Irlanda rimanga parte dell’Ue e staccato, di conseguenza, dal resto del Regno Unito. L’Unione europea ha già detto più volte, però, che modifiche all’accordo non sono possibili.