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Brexit, per Parlamento Ue proroga possibile. Juncker: no deal è un rischio reale

Il Parlamento europeo apre ad un possibile rinvio della Brexit, ma il presidente della Commissione avverte: «Non sono certo che ce la faremo. Ma ci proveremo, fino all'ultimo. Il rischio del no deal è reale».

Il Parlamento europeo considera la Brexit «un evento deplorevole e senza precedenti, le cui conseguenze negative sarebbero attenuate da un recesso ordinato del Regno Unito dall’Unione europea»; ritiene inoltre «che il Regno Unito e l’Unione europea rimarranno stretti vicini e continueranno ad avere molti interessi in comune; che il quadro di tale relazione di vicinato è definito nella dichiarazione politica, in base alla quale è possibile tutelare e promuovere tali interessi comuni, anche attraverso nuove relazioni commerciali».

Sono espressioni tratte dalla proposta di risoluzione che il Parlamento europeo, riunito in questi giorni a Strasburgo, discute e vota oggi in plenaria, lasciando soprattutto aperta la porta a un nuovo slittamento della data del recesso. Nella proposta di risoluzione, sostenuta da tutti i maggiori partiti, tranne gli euroscettici, si osserva che «il 9 settembre 2019 il parlamento del Regno Unito ha adottato una legge che obbliga il governo del Regno Unito a chiedere una proroga qualora non sia stato raggiunto un accordo con l’Unione europea entro il 19 ottobre 2019». Il testo indica quindi che l’Europarlamento «sosterrebbe una proroga del periodo di cui all’articolo 50 in presenza di motivi e finalità per una tale estensione (ad esempio evitare un’uscita senza accordo, svolgere elezioni generali o un referendum, revocare l’articolo 50 o approvare un accordo di recesso) e sempre che i lavori e il funzionamento delle istituzioni dell’Unione non siano pregiudicati».

«Non sono certo che ce la faremo. Ma ci proveremo, fino all’ultimo, rimanendo disponibili 24 ore al giorno, 7 giorni su 7»: Jean-Claude Juncker lo ripete da giorni. «Il rischio del no deal è reale, ma dobbiamo cercare un accordo col governo britannico per evitare pesanti conseguenze» di un eventuale recesso senza regole del Regno Unito dall’Ue. Lo ha ribadito oggi a Strasburgo, dove è in corso un dibattito, con voto di una risoluzione, fra gli eurodeputati, i rappresentanti del Consiglio e della Commissione Ue. «Ad oggi sappiamo che il 31 ottobre, con o senza accordo, il Regno Unito lascerà l’Ue27. Se questo accadrà senza un accordo positivo, non sarà nostra responsabilità». Juncker racconta del suo recente incontro col premier Boris Johnson. «Un colloquio quasi tutto positivo», dice. Ma restano parecchi nodi da sciogliere, in particolare il backstop per l’Irlanda. «Si tratta di una rete di sicurezza – specifica Juncker – che ha diversi obiettivi: evitare una frontiera fisica tra Irlanda del Nord e del Sud; preservare la pace tra le due Irlande e gli accordi del Venerdì santo; preservare il mercato unico europeo e difendere gli scambi commerciali» che presentano reciproci vantaggi. «Occorrono negoziati politici, non solo tecnici», ribadisce il presidente della Commissione: «Occorre concentrarsi su un accordo per tutelare e migliorare la vita dei cittadini europei e britannici».