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Burkina Faso, la testimonianza di un volontario toscano: «È stata una rivolta dei giovani»

La testimonianza di uno dei quattro volontari toscani che da anni operano nel paese africano.

«Questa rivoluzione l’hanno fatta i giovani, che ora vogliono continuare a scrivere una bella pagina di democrazia» dice Stefano Piemontese, agronomo italiano responsabile di progetti di cooperazione in Burkina Faso da 15 anni per il Movimento Shalom, sentito oggi telefonicamente.

Lo sottolinea dopo aver visto manifestare nelle città di provincia del «Paese degli uomini integri» anche ragazzi e giovanissimi, che invece di andare a scuola o a lavorare i campi hanno scelto di raggiungere le sedi delle amministrazioni locali; in corteo, con i libri sotto braccio e con le zappe, per chiedere cambiamento, capire cosa è successo e dire come vogliono il futuro. «Manifestazioni come queste – dice Piemontese – ci sono state in tante città: l’ultima l’ho vista a Fada N’Gourma, una cittadina nell’est del paese dove ero lunedì».

Il volontario Shalom è responsabile dei progetti di sviluppo agricolo del Movimento. Nei giorni scorsi da Fada N’Gourma si sono spostati a Ouargaye, una cittadina del sud del Burkina Faso, non lontana dai confini con il Benin e il Togo. «Anche qui a Ouargaye– sottolinea – mi sono reso conto della partecipazione e della fierezza della gente, unita e determinata nel chiedere prima le dimissioni di Blaise Compaoré e poi il trasferimento del potere a una figura ‘super partes’, un civile rispettato da tutti».

Oggi – fa sapere Shalom – i 4 volontari arriveranno nella capitale Ouagadougou perché ormai la situazione sembra davvero normalizzarsi per portare avanti al loro missione come previsto in accordo con i referenti locali del Movimento.