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Burkina Faso, stanno tutti bene i cooperanti del Movimento Shalom

Sono 27 i morti, tra cui anche i quattro terroristi, e 33 i feriti causati dall'assalto di venerdì sera rivendicato Al Qaeda agli hotel «Splendid» e «Yibi» e al bar-ristorante «Le Cappuccino» a Ouagadaougou, capitale del Burkina Faso, paese nel quale si trovava un gruppo di cooperanti toscani del Movimento Shalom. Al momento dell'assalto una parte del gruppo era in aeroporto, pronti a rientrare. Ecco la loro testimonianza.

Negli assalti terroristici erano stati presi anche 126 ostaggi di 18 nazionalità, poi liberati dal blitz delle forze speciali. I luoghi assaltati situati nelle vicinanze dell’aeroporto della capitale, di solito frequentatati da occidentali, rappresentanti diplomatici e membri di agenzie internazionali.

Il Movimento Shalom, come di consueto in questo periodo, promuove viaggi umanitari nel Burkina Faso. Anche quest’anno, ne hanno preso parte, in gennaio, 19 persone, di queste, un gruppo di 6, guidato da don Andrea Cristiani, sarebbe dovuto rientrare proprio ieri sera con il volo Air France delle 23.30. Della delegazione fa parte anche mons. Roberto Rodriguez, vescovo argentino e Presidente onorario del Movimento Shalom, amico personale di papa Francesco.

«Proprio ieri – ha dichiarato don Andrea Cristiani, raggiunto telefonicamente- abbiamo fatto, presso la nostra Università IPS di Ouagadougou, un incontro con i docenti e gli studenti, molti dei quali di religione musulmana . Abbiamo parlato di terrorismo e posso testimoniare che in questo popolo non ci sono deviazioni fondamentaliste. Certamente i terroristi vengono da «fuori», il popolo e gli stessi musulmani, che rappresentano quasi il 50% della popolazione burkinabè non sono fondamentalisti e non vogliono il terrorismo».

I responsabili della spedizione sono in contatto con la Farnesina, in particolare con il dott. Pucci, con Massimo Toschi della Regione Toscana i quali stanno seguendo la situazione con molta attenzione.

«Il nostro Movimento ha radici profonde in Burkina- ha continuato don Andrea nella telefonata di stamani – lì abbiamo un nutrito gruppo di Shalom, così ci sentiamo protetti. Ieri abbiamo raggiunto comunque l’aeroporto passando da strade secondarie, ma non è stato possibile partire poiché i voli sono stati sospesi. Siamo dunque rientrati al nostro centro Laafi Roogo, che significa casa della pace, dove stiamo attendendo notizie sul da farsi. Intanto insieme al vescovo Rodriguez faremo una Santa Messa e un momento di preghiera interreligiosa per le vittime degli attentati».