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CARDINALE ETCHEGARAY A BAGHDAD: CONSEGNERÒ A SADDAM LA LETTERA DEL PAPA

Le speranze di pace sono affidate alla diplomazia vaticana. Il cardinale Roger Etchegaray, inviato speciale del Papa, ha confermato oggi a Baghdad che incontrerà il presidente iracheno Saddam Hussein, secondo quanto riferisce l’agenzia France Presse. Il porporato, al termine di un incontro con il vicepresidente iracheno Taha Yassin Ramadan e con il vicepremier Tareq Aziz, ha precisato che il colloquio con Saddam – al quale consegnerà una lettera di Giovanni Paolo II – non è ancora stato fissato. “Sono venuto per una missione spirituale per la pace. Abbiamo tutti bisogno di pace”, sono state le parole che il cardinale Etchegaray ha rivolto ai giornalisti. L’inviato papale, non nuovo a impegnative missioni di pace per la Santa Sede, celebrerà oggi a una messa alla chiesa caldea Saint-Joseph di Baghdad, nel corso della quale, ha dichiarato, “pregherà per la pace”.

Intanto proseguono senza sosta gli sforzi a livello internazionale per scongiurare quello che ormai appare un conflitto inevitabile. Dopo che la Russia si è nettamente schierata a favore della proposta franco-tedesca, il presidente Vladimir Putin oggi è tornato a ribadire di sperare ancora che i partner americani “non decidano di andare a una ‘guerra unilaterale’ contro l’Iraq”, che provocherebbe “gravi conseguenze”. Dalla Francia, dove si trova in visita, il capo del Cremlino ha precisato che la proposta di rafforzare le ispezioni dell’Onu e frenare l’imminente attacco Usa è stata un’idea dei francesi. Proprio nel corso degli incontri ad alto livello tra Mosca e Parigi, è stato deciso che i ministri degli esteri dei due Paesi, Igor Ivanov e Dominique de Villepin, venerdì si recheranno a New York per partecipare alla decisiva riunione del Consiglio di sicurezza, chiamato a esaminare la nuova relazione degli ispettori sul disarmo in Iraq.

Dopo la clamorosa rottura registrata due giorni fa in seno alla Nato, oggi il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, George Robertson, dovrebbe illustrare una nuova proposta per ricompattare gli alleati europei ed evitare che l’intervento americano in Iraq si trasformi anche in un boomerang per gli equilibri interni.Sir