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CRISI USA-IRAQ, BLIX CHIEDE TEMPO: BAGHDAD ADESSO COLLABORA
Il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Mohamer el Baradei, ha affermato oggi davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che gli ispettori internazionali non hanno trovato alcuna prova concreta della ripresa del programma per lo sviluppo di armi nucleari. Allo stesso tempo, il responsabile dell’Agenzia Onu ha lamentato che solo negli ultimi dieci giorni le autorità irachene abbiano acconsentito agli ispettori internazionali d’intervistare gli scienziati nucleari iracheni senza che venissero registrate le conversazioni.
Nel suo intervento di fronte al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Colin Powell ha dichiarato che quanto assicurato dall’Iraq agli ispettori deve ancora essere considerato come «non cooperazione». Secondo il segretario di Stato americano «non c’è bisogno di estendere il programma per cercare e trovare i siti proibiti sotterranei che sappiamo esistere». «Gli ispettori -ha affermato inoltre- non devono andare a guardare sotto ogni sasso» per cercare prove.
Un acceso dibattito, in cui ha avuto particolare spicco il tono del rappresentante francese, il ministro degli esteri Dominique de Villepin, fermamente contrario alla guerra, ha fatto seguito ai rapporti degli ispettori. La proposta anglo-americana-spagnola di una nuova risoluzione da votare la settimana prossima, con cui si darebbe tempo a Saddam Hussein fino al 17 marzo per offrire la prova di una volontà di cooperazione con gli ispettori “piena, attiva, immediata e senza condizioni”, ha di fatto confermato le posizioni preesistenti. I rappresentanti di Francia, Russia e Cina, che insieme a Stati Uniti e Gran Bretagna sono membri permanenti del Consiglio e detengono potere di veto, sia pur con sfumature diverse hanno espresso la convinzione che le ispezioni stanno funzionando e che devono continuare, escludendo del tutto l’opportunità di far ricorso a un’azione militare. “Non possiamo accettare un ultimatum fino al momento in cui gli ispettori ci dicono che c’è cooperazione” ha affermato senza mezzi termini De Villepin, aggiungendo: La Francia non permetterà il passaggio di una risoluzione che autorizzi l’uso automatico della forza.
La risoluzione 1441 – ha detto il ministro degli esteri cinese Tang Jiaxuan – è stata nel complesso attuata in maniera scorrevole, compiendo progressi e conseguendo risultati. E’ vero che esistono problemi e difficoltà nel processo delle ispezioni. Ma è proprio questo il motivo per cui è assolutamente necessario continuarle. Jiaxuan ha aggiunto: Data l’attuale situazione, c’è bisogno di fermezza e determinazione e ancor più di saggezza e pazienza.
Per Munir Akram, ambasciatore del Pakistan all’Onu, non esiste una minaccia imminente alla pace e alla sicurezza internazionali e il costo di un ritardo è inferiore a quello della guerra per cui una credibile forza di pace sarebbe più che opportuna.
Secondo il ministro degli esteri britannico Jack Straw, che aveva annunciato la nuova proposta di risoluzione che pone la scadenza del 17 marzo, non è credibile continuare le ispezioni senza una precisa data finale e sperare che possano ottenere il disarmo completo.