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Card. Parolin: Summit sul clima, «imperativo morale ad agire»

«Le sole forze di mercato, specie se prive di un adeguato orientamento etico, non possono risolvere le crisi interdipendenti concernenti il riscaldamento globale, la povertà e l'esclusione. La sfida più grande risiede nella sfera dei valori umani e della dignità umana». Lo ha detto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, intervenendo ieri a New York per il Summit sul clima, nell'ambito della 69ª Assemblea generale dell'Onu.

Quando si affronta la questione dei cambiamenti climatici, c’è un «imperativo morale ad agire», ha ammonito il cardinale nel suo intervento, diffuso oggi dalla Sala stampa della Santa Sede. «Non vi è spazio per quella globalizzazione dell’indifferenza, per quell’economia dell’esclusione, per quella cultura dello scarto così spesso denunciate da Papa Francesco», ha detto il segretario di Stato, secondo il quale per contrastare il cambiamento climatico e l’effetto serra «è necessario attuare una risposta collettiva basata su quella cultura della solidarietà, dell’incontro e del dialogo, che dovrebbe essere alla base delle normali interazioni all’interno di ogni famiglia e che richiede la piena, responsabile e impegnata collaborazione da parte di tutti, secondo le proprie possibilità e circostanze».

Serve «un’autentica svolta culturale», la proposta del card. Parolin, che ha ribadito come «la Santa Sede attribuisce grande importanza alla necessità di diffondere un’educazione alla responsabilità ambientale che cerchi anche di tutelare le condizioni morali per un’autentica ecologia umana». Alla base di ogni risposta politica, ha proseguito, «devono essere chiare le motivazioni etiche che la orientano», consolidando «una profonda e lungimirante reimpostazione dei modelli di sviluppo e degli stili di vita, per correggerne le numerose disfunzioni e distorsioni»: ciò – ha ricordato – «è richiesto anche dalle numerose crisi che l’attuale società sta vivendo in ambito economico, finanziario, sociale, culturale ed etico». «Lo Stato della Città del Vaticano, per quanto piccolo, sta compiendo – ha informato – sforzi significativi per ridurre il suo consumo di combustibili fossili, realizzando progetti di diversificazione e di efficienza energetica». E, ha assicurato il porporato, «sono molte le istituzioni educative cattoliche, così come le Conferenze episcopali, le diocesi, le parrocchie e le Ong di ispirazione cattolica impegnate» in tale campo, «nella convinzione che il degrado della natura è direttamente legato alla cultura che plasma la coesistenza umana»: il rispetto dell’ecologia ambientale è d’altro canto strettamente legato al rispetto dell’ecologia umana nella società».