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Cile: Messa per la pace nella cattedrale di Valparaíso devastata sabato. Mons. Ossandón, «uniamoci in questa tragica ora»

Una Messa per la pace e la giustizia in Cile verrà celebrata oggi alle 12 nella cattedrale di Valparaíso, assaltata sabato durante le manifestazioni violente che stanno mettendo a ferro e fuoco il Paese. In particolare, a Valparaíso gli attentatori hanno prima cercato di dare fuoco alle porte della chiesa e poi hanno danneggiato 12 banchi e devastato l'interno del tempio.

L’annuncio della Messa è stato dato in un comunicato dall’amministratore apostolico della diocesi, mons. Pedro Ossandón Buljevic. Nella nota il vescovo ringrazia il parroco della cattedrale, padre Dietrich Lorenz, il quale, «assieme alla sua comunità parrocchiale, si è dedicato a pulire, ordinare e proteggere la nostra cara cattedrale di Valparaíso». E spiega di aver celebrato domenica la messa nella cappella della cattedrale stessa, pregando per il Paese, per le autorità e per coloro che, «insieme all’immensa maggioranza dei cittadini, hanno donato con sacrificio e con un profondo spirito di sacrificio tutto ciò che era necessario per proteggere la vita, ristabilire l’ordine e rafforzare la convivenza pacifica».

Conclude mons. Ossandón: «Preghiamo perché tutti impariamo a unirci in questa tragica ora, come ci chiede il popolo cileno. Preghiamo anche di poter lavorare con umiltà alla ricerca di tutti i motivi che ci hanno condotto a questa situazione e delle possibili soluzioni a cui tutti dobbiamo tendere per il bene comune».

«Unendoci a tutti gli appelli della Conferenza episcopale e di molte congregazioni, vi invitiamo a unirci in preghiera per la nostra patria, per la pace e per la giustizia». Lo scrive la Conferenza delle religiose e dei religiosi del Cile (Conferre), in una nota firmata dal presidente, il cappuccino Héctor Campos, e dalla segretaria esecutiva, suor Sara Romero, in seguito alle manifestazioni violente esplose in Cile a partire dal venerdì scorso. Secondo la Conferre, «ci sono molte situazioni di malcontento, in particolare il grande divario sociale che si è venuto a creare nella nostra nazione, dove alcuni hanno molto e altri molto poco, dove alcuni guadagnano molti soldi e altri non hanno abbastanza per vivere, dove istruzione, salute, lavoro… sono ancora diritti» solo «previsti nel nostro Paese».

Per i religiosi, «la preghiera ci aiuta a trovare una via d’uscita, che parte dal valore della vita e del prossimo. E dove sembra che non ci sia soluzione, dobbiamo perseverare nel chiedere ciò di cui abbiamo bisogno».

Concludono la nota: «Anche se forse per molti di noi è faticoso accompagnare questa situazione, chiediamo la grazia di saper dialogare, affrontare questo momento essendo all’altezza della situazione. Preghiamo perché siano evitati gli eccessi che mettono a rischio la vita umana e possa emergere il sentire comune, che risponde al sentire evangelico che oggi chiede giustizia».

«È urgente rispondere al grido dei più bisognosi, che sta venendo alla luce. Senza giustificare la violenza, che non porta a soluzioni, stiamo ascoltando la voce di una cittadinanza stanca, che si sente non protetta, emotivamente senza meta». È la richiesta dei gesuiti cileni rispetto alla situazione di violenza e tensione che si è verificata in Cile, in seguito al rincaro dei trasporti e di altri servizi. La nota, firmata dal provinciale, padre Gabriel Roblero, prosegue: «Non abbiamo bisogno del nostro intelletto per sapere cosa sta succedendo. La prima cosa è connettersi con un dolore collettivo, che ha bisogno di risposte con azioni pubbliche che garantiscano un nuovo patto sociale, per porre fine alla brutale disuguaglianza in cui vivono le classi sociali del nostro Paese. Il Cile ha bisogno di un nuovo sistema di convivenza più solidale ed equa. Oggi sorge una nuova domanda: come uscire dai noi stessi per contribuire, in mezzo al popolo, all’urgente riparazione sociale del nostro Paese? I nostri legami sociali richiedono riparazione. Come cileni dobbiamo ripristinare i nostri legami sociali».

Conclude padre Roblero: «Come Compagnia di Gesù, ignaziani e ignaziane, vogliamo unirci a partire dalla nostra fede nella preghiera e nell’impegno di costruire il futuro del Cile. La nostra vocazione sociale ci porta a vedere Cristo in coloro che soffrono, mentre cammina con loro e nelle loro lotte quotidiane».