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Colpo di stato in Burkina Faso: i volontari italiani stanno bene

La guardia Presidenziale, il corpo scelto di militari bene addestrati composta da circa 1300 soldati fedelissimi del vecchio presidente Blaise Compaoré, ieri in tarda serata ha occupato il Palazzo presidenziale e preso in ostaggio il Presidente provvisorio Michel Kafando, il Primo Ministro ed altri membri del Consiglio dei Ministri. La preoccupazione del Movimento Shalom

I golpisti hanno poi dichiarato sciolto il governo ed hanno nominato il loro comandante Gilbert Diendere capo del Consiglio Nazionale della democrazia. La società civile del Burkina Faso è subito insorta già dalle prime luci dell’alba si registravano manifestazioni in tutto il paese.

“Ci giungono notizie attraverso i nostri Shalom in Burkina Faso – dichiara Don Andrea Cristiani, fondatore del Movimento Shalom – che i militari hanno purtroppo sparato sulla folla causando un numero imprecisato di morti e molto feriti. Rimaniamo fortemente speranzosi che la diplomazia possa giungere a persuadere i golpisti a deporre le armi per ristabilire l’ordine e la pace”.

I golpisti chiedono che nomi a loro vicini siano inseriti tra i candidati alle prossime elezioni presidenziali, ma il susseguirsi degli eventi di queste ultime ore ha reso la contrattazione politica molto incerta. La società civile del Burkina Faso, l’Unione Africana e la stessa Francia hanno condannato e disapprovato questo fatto, così come tutti i partiti politici presenti nel Parlamento. Sappiamo per certo anche che gli altri corpi militari disapprovano l’agire della Guardia Presidenziale tanto che hanno invitati i propri membri alla disobbedienza civile.

Abbiamo contattato telefonicamente Anna Bruni, volontaria Shalom di Bassa (Cerreto Guidi) residente da più di sei mesi in Burkina Faso, che ci ha confermato di stare bene. Così come consigliato dall’Ambasciata Italiana rimane tuttavia chiusa in casa insieme ai 12 bambini di strada che ospita. Lo stesso vale per Angelo Bona, volontario di Seregno (MI), che sarebbe dovuto rientrare il 19 settembre dopo un periodo di tre mesi nel quale si è dedicato alla formazione, avviamento e gestione del Panificio sociale di Fada ‘Ngourma e del laboratorio di falegnameria, che a questo punto aspetta la riapertura dell’aeroporto per rientrare in Italia.

Il Movimento Shalom segue da vicino l’evolversi della situazione insieme al Coordinatore Nazionale Jean Paul Moné e al rettore dell’Università IPS Steve Kobyagda, che si trovano in Italia per partecipare alla conferenza tenuta il 15 settembre a Expo e per i rapporti con le istituzioni e le università.