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Consiglio europeo: dopo-Brexit, attentato a Istanbul, sicurezza, migrazioni. Agenda fitta, clima preoccupato

(Bruxelles) L’uscita di scena di David Cameron, l’avvio – a 27 – di una riflessione sul dopo Brexit, le preoccupazioni di Mario Draghi e della Bce per la tenuta del sistema bancario e finanziario dell’Unione, la Spagna ancora senza governo, le pressioni della Scozia su Bruxelles per poter rimanere nell’Ue, nonostante il Brexit… Sono alcuni dei temi dibattuti a Bruxelles al Consiglio europeo che, dopo la prima giornata esplorativa di ieri, oggi riprende i lavori guardando al futuro della «casa comune», alla necessità di serrare i ranghi dopo aver perso il Regno Unito.

Sullo sfondo ci sono i timori per i nazionalismi che pervadono il vecchio continente e che potrebbero far breccia  in altri Paesi. Certamente al palazzo Justus Lipsius il clima è di estrema preoccupazione. Oggi la riunione prosegue considerando anche gli altri problemi che restano irrisolti sul tavolo, a cominciare da come affrontare i flussi migratori per non lasciare sole Italia e Grecia ed evitare nuove stragi in mare. Il tragico attacco terroristico di ieri a Istanbul richiama invece la questione-Isis e della sicurezza: nel documento con le Conclusioni del Consiglio si accoglie, a questo proposito, la strategia per la sicurezza comune presentata dall’Alto rappresentante Federica comune, per una prima convergenza delle forze armate degli Stati aderenti.

Per comprendere le prossime mosse dell’Ue27 occorrerà attendere le dichiarazioni finali del vertice, che giungeranno a metà giornata, quando sarà indicata la data per il prossimo Consiglio straordinario: sotto presidenza slovacca, dovrebbe tenersi a Bratislava a settembre inoltrato e alla presenza del successore di Cameron.