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Consiglio europeo: nelle «Conclusioni» i risultati del vertice. Sulle migrazioni solo auspici

Il Consiglio europeo di Bruxelles, che aveva tra i principali temi quello dell'accoglienza dei migranti, si è concluso con risultati davvero modesti.

(Bruxelles) «Il Consiglio europeo ha valutato lo stato di attuazione delle sue conclusioni di giugno e ha invitato a proseguire i lavori su tutti gli elementi come parte del suo approccio globale alla migrazione. Mentre il numero di attraversamenti illegali delle frontiere dell’Ue rilevati è stato ridotto del 95% rispetto al suo picco nell’ottobre 2015, alcuni recenti flussi interni ed esterni meritano un’attenzione costante». Sono le prime righe delle Conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles.

Il primo paragrafo del documento ufficiale è dedicato alle migrazioni, quindi seguono quelli su sicurezza interna e relazioni esterne. Sei pagine in cui i leader Ue mettono nero su bianco i risultati, piuttosto modesti, del vertice. «A seguito delle discussioni informali tenute a Salisburgo dai leader, il Consiglio europeo sottolinea l’importanza di continuare a prevenire l’immigrazione illegale e rafforzare la cooperazione con i Paesi di origine e di transito, in particolare nel Nord Africa. come parte di una più ampia partnership». «La lotta contro i canali dell’immigrazione clandestina deve essere intensificata».

Inoltre «dovrebbe essere istituita una task force congiunta presso il Centro europeo per la tratta di migranti istituito nell’ambito di Europol. Le comunicazioni online dei canali di immigrazione clandestina dovrebbero essere monitorate meglio e ulteriormente interrotte. Il Consiglio, con il sostegno della Commissione, è invitato a sviluppare entro dicembre un pacchetto di misure che sia globale e operativo».

Il Consiglio europeo invita il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri Ue «a considerare, in via prioritaria, le recenti proposte della Commissione per la direttiva rimpatri, l’Agenzia per l’asilo e la Guardia costiera e di frontiera europea, garantendo l’uso ottimale delle risorse e l’istituzione di norme minime comuni per la sorveglianza delle frontiere esterne, tenendo debitamente conto della responsabilità degli Stati membri».