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Egitto: Esercito, roadmap per sciogliere Parlamento e nuova Costituzione

L'esercito egiziano ha dato ieri 48 ore di tempo alle forze politiche del Cairo per soddisfare le richieste della popolazione, scesa in piazza contro l'operato del presidente Mohamed Morsi.

Il capo di Stato maggiore e ministro della Difesa, il generale Abdel Fattah El-Sisi, ha intimato il mondo politico egiziano a trovare una soluzione: in caso di fallimento – se il presidente Morsi e l’opposizione non troveranno un’intesa – i militari interverrano con una loro roadmap.

Secondo le fonti vicine al Consiglio Supremo delle Forze Armate (Scaf) i militari starebbero ancora discutendo i dettagli per la messa a punto del piano, ma non per questo, precisano, sono meno determinati a risolvere la crisi politica in corso in Egitto. L’intervento dell’esercito prevede la sospensione della Costituzione e lo scioglimento del Parlamento, controllato dai Fratelli Mususlmani. A questo punto, in base ai progetti dei militari, un Consiglio composto da esponenti civili provenienti dai diversi gruppi politici e da tecnocrati guiderebbe a interim l’Egitto verso consitenti modifiche costituzionali e la definizione di precisi criteri per l’elegibilità dei nuovi candidati, pre-condizione quest’ultima per indire le nuove elezioni parlamentari. Una bozza che, riporta la stampa egiziana, ricorda molto da vicino le proposte per una transizione democratica avanzata dal Fronte di Salvezza Nazionale, la principale forza di opposizione.

Le fonti non hanno però parlato delle le modalità con cui i militari tratterebbero con i Fratelli Musulmani nel caso in cui Morsi decida di non aprire all’opposizione. L’esercito ha però assicurato ai media egiziani che si impegnerà nel nuovo progetto in modo del tutto diverso da quanto fatto dalla precedente giunta militare, che gestì per quasi 18 mesi la transizione politica egiziana dalla caduta di Hosni Muabarak all’elezione di Mohamed Morsi.