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Egitto: Patriarca copti-cattolici, «Il popolo egisziano si è ripreso il Paese»

«Da ieri sera siamo in festa. Non abbiamo dormito. Il popolo egiziano si è ripreso pacificamente il suo Paese. E così ha mostrato al mondo che è un popolo civile, nonostante i grandi problemi che si trova a affrontare». Così il Patriarca di Alessandria dei copti cattolici Ibrahim Isaac Sidrak descrive all'agenzia Fides l'atmosfera che percepisce nel Paese dopo la deposizione del Presidente Morsi da parte dell'esercito e la fine traumatica del governo egemonizzato dai Fratelli Musulmani.

Il capo della Chiesa copta cattolica esprime appoggio alla road map delineata per uscire dalla crisi politica e stabilizzare il Paese: “Diversi segnali” spiega a Fides “mostrano che stiamo sulla strada giusta. Non si ripeteranno gli errori della volta precedente, quando nell’euforia per la fine politica di Mubarak si perse di vista tutto il resto e molte cose rimasero nel vago. Stavolta hanno preparato bene i prossimi passi, oggi il nuovo Presidente provvisorio Adly Mansour presta giuramento, e si andrà avanti gradualmente verso il pieno ristabilimento dell’ordine democratico”.

Il Patriarca copto cattolico non nasconde problemi: “Non possiamo dire di non avere timori. La situazione economica preoccupa, e rende tutti più esposti al rischio di essere manipolati dalle sirene della propaganda. I sostenitori militanti di Morsi sentono di aver perso, e su questo si possono innescare sentimenti di vendetta. Noi dobbiamo convincerli che nel Paese c’è posto anche per loro, che nessuno li rifiuta, ma devono essere e comportarsi da egiziani, come concittadini di tutti gli altri egiziani, e non puntare a instaurare un dispotismo religioso”.

Secondo S. B. Sidrak “il popolo ha vissuto un anno nero e non accetterà mai di tornare indietro. Ma almeno cinque milioni di concittadini continueranno a sostenere le convinzioni radicali dei Fratelli Musulmani. Loro non vanno esclusi dalla scena politica, ma devono comportarsi come un partito politico, e non come uno strumento per imporre egemonie religiose. Ognuno può vivere la propria fede religiosa in moschea o in chiesa, senza tentare di imporre agli altri per legge i precetti religiosi”. (GV)