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Funerali Thatcher: oltre 2 mila ospiti tra cui capi di Stato e di governo

Una Margaret Thatcher gentile, che cercava sempre di aiutare chi gli stava accanto, spesso fraintesa come quando disse che «non esiste una cosa che si chiama società». Il vescovo di Londra, Richard Chartres, amico personale della famosa statista, scomparsa lo scorso 8 aprile a 87 anni, ha raccontato, durante la sua predica questa mattina, al funerale nella cattedrale anglicana di st. Paul's, una lady di compassione, anziché di ferro.

La bara della Thatcher, coperta dalla bandiera britannica con un biglietto dei figli Mark e Carol «alla amatissima mamma» e accompagnata dai nipoti Amanda e Michael, è arrivata da Westminster alla City, salutata da centinaia di persone e accompagnata da tutti i corpi militari dell’esercito britannico. Nella sua predica il vescovo, il terzo per importanza nella gerarchia della «Chiesa di Inghilterra», ha detto che il Primo Ministro, scrivendo a un bambino di 9 anni che le aveva chiesto se poteva considerarla brava quanto Gesù spiegò che «nessuno poteva essere gentile e saggio quanto Gesù». Premettendo che la politica doveva rimanere fuori le porte della cattedrale per dare spazio alla compassione umana, il vescovo di Londra ha citato un discorso di Margaret Thatcher nel quale la statista spiegava che il cristianesimo non offre «una facile soluzione ai problemi economici e politici ma ci insegna che c’è del male in ciascuno che non può essere eliminato da politiche e riforme istituzionali».

Al funerale ha partecipato la Regina, accompagnata dal marito Filippo di Edimburgo – la prima volta che la sovrana va alle esequie di un Primo Ministro dopo la sepoltura di Winston Churchill – insieme ad oltre 2.000 ospiti che comprendevano capi di stato e primi ministri. La benedizione finale è stata impartita dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby mentre l’arcivescovo cattolico Patrick Kelly, che rappresentava la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ha recitato una preghiera dedicata alla Resurrezione. Scelta personalmente dalla stessa Thatcher, come tutti gli inni e le parti recitate, nella preghiera si dice di «sperare che, alla Resurrezione generale nell’ultimo giorno, possiamo essere considerati accettabili agli occhi di Dio».

Insieme all’arcivescovo Kelly hanno pregato anche Ruth Gee, presidente designato della Conferenza Metodista, il reverendo William Hall, un battista che si occupa della comunità protestante americana in un sobborgo di Londra e due donne pastore, il reverendo Sarah Eynstone, cappellano della cattedrale e il reverendo Rose Hudson-Wilkin, cappellano di Westminster.

Della Thatcher è stata ricordata la profonda fede metodista ricevuta dall’amatissimo padre Alfred Roberts, politico locale e pastore laico, ma anche «il suo coraggio e la determinazione a raggiungere quello che riteneva giusto per il bene commune», come ha detto, all’inizio della cerimonia, il decano della cattedrale di san Paolo, David Ison.