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G20: Macri (Argentina), «Soddisfazione per aver favorito dialogo»

Toni trionfalistici per il presidente dell'Argentina, Mauricio Macrì, al termine del G20 che il Paese sudamericano ha ospitato per la prima volta. Ma di risultati concreti ce ne sono pochi e nel documento finale non si parla di clima o di lotta al protezionismo commerciale.

La soddisfazione per come l’Argentina ha esercitato la «responsabilità senza precedenti» di presiedere un G20 è la prima cosa che il presidente Mauricio Macri ha manifestato ai giornalisti in conferenza stampa al termine del summit del G20 di Buenos Aires. A lungo nell’introduzione Macri si è soffermato su come ora «l’Argentina sia connessa come non mai», di come «il mondo ci abbia fatto posto» e come «siamo contenti di vedere opportunità che si aprono» per l’Argentina, anche se il contesto non è facile.

«Il G20 è un forum creato nel tempo della crisi finanziaria globale come opportunità per cercare dialogo e collaborazione», onde evitare un «peggioramento della crisi finanziaria e ci siamo riusciti». «Consenso e dialogo» sono cose «in cui crediamo e in cui ci impegniamo ogni giorno, nel gestire la nostra realtà, che è difficile» ha spiegato Macri. «Il dialogo è diventato un’arte per noi. Il dialogo era qualcosa a cui ero abituato fin dal tempo in cui ero sindaco di Buenos Aires», ha aggiunto Macri, e al G20 l’Argentina è stata come una «grande facilitatrice» in questo compito e «siamo contenti perché siamo arrivati a un comunicato che ratifica molte cose», è «il risultato del lavoro fatto durante l’anno» dai diversi ministeri. «In un momento in cui nel mondo ci sono molte tensioni, in altri incontri simili non era stato possibile raggiungere questo livello di coordinamento e terreno comune, il che è molto importante».

Rispondendo alle domande dei giornalisti Mauricio Macri è entrato nel vivo dei temi affrontati dal documento a conclusione del G20: sul punto del commercio il «principio di accordo» raggiunto sulla necessità di modernizzare il Wto e in particolare la necessità di «semplificare il meccanismo di soluzione delle dispute»; «nessun dubbio sul fatto che il commercio porti allo sviluppo, ma la discussione qui è stata sulla necessità che il commercio sia equo»; sul clima non cita Parigi ma parla di accordo sulla «necessità di accelerare il processo», guardando alla Cop di Polonia come «opportunità» per «assicurarsi che gli obiettivi siano raggiunti»; accordo anche sulla necessità di «sostenere la trasformazione verso le energie rinnovabili».

Sul futuro di lavoro e istruzione: «ampio accordo sul fatto che siamo di fronte a una rivoluzione tecnologica» che «porterà alla inevitabile scomparsa di lavori che saranno sostituiti da nuovi» e che tutti dovremo «formarci continuamente», che «non si può fermare la rivoluzione tecnologica» ma c’è bisogno di «introdurre le tecnologie nel modo in cui prepariamo e formiamo» i più giovani «perché si adattino a lavori che forse non esistono ancora».

L’accordo, invece, è stato «enorme» nelle parole di Macri sul tema dell’empowerment delle donne: «averle massicciamente a bordo» in tutti i settori «sosterrà lo sviluppo e la crescita». Un altro ambito in cui si è fatto progresso è sul «riconoscimento dell’importanza delle infrastrutture fisiche e virtuali» come imprescindibili per lo «sviluppo, l’inclusione e la giustizia». Macri ha poi parlato di consenso sulla «necessità di eliminare la corruzione», sulla sostenibilità nella crescita della produzione di cibo e nella finanza, sul migliorare l’accesso alla sanità per sempre più persone. Nessuna risposta sui punti in cui non si è raggiunto il consenso e sul ragioni.