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GRECIA: ELEZIONI; MONS. SALACHAS (GRECO-CATTOLICO), «VOTO DI PROTESTA CHE NON RISOLVE»

«Un chiaro e netto voto di protesta e, cosa più grave forse, caratterizzato da forte astensionismo indice di disaffezione e scarsa fiducia nella politica da parte di moltissimi cittadini»: è il primo commento, «a caldo», dell’esarca apostolico per i cattolici di rito bizantino in Grecia, mons. Dimitrios Salachas ai risultati delle elezioni di ieri in Grecia. Dalle urne sono uscite battute le due formazioni, Nea Dimokrazia e Pasok, che avevano sostenuto il piano di austerity negoziato da Ue, Bce e Fmi, a vantaggio del partito Syriza, di estrema sinistra che guadagna il 16,3% dei consensi, della formazione di estrema destra Alba dorata (7%), dell’altro partito di destra Grecia indipendente (10,5%) e dei comunisti del Kke (8,5%). Un panorama frammentato che fa parlare i media greci di ingovernabilità e che mette a rischio il programma di risanamento concordato tra Atene e i suoi creditori. La Borsa ellenica stamattina ha aperto con un meno 7,6%. «Siamo in una fase che richiede prudenza – dichiara al Sir l’esarca – oggi Antonis Samaras, leader di Nuova Democrazia (che resta il primo partito ma solo con il 18,8% dei suffragi, ndr) riceverà l’incarico, dal presidente della Repubblica Karolos Papaoulias, di formare il nuovo governo. Vedremo cosa accadrà. Una cosa è certa: questo voto non risolve i problemi del nostro Paese. Quello che si vede oggi è una Grecia scoraggiata, divisa e priva di speranza davanti alla crisi economica e sociale che ha richiesto tasse e austerity volute dalla troika Ue, Bce e Fmi. Non so cosa potrà fare un parlamento così frammentato in tanti partiti e segnato da risorgenti nazionalismi. All’orizzonte potrebbero esserci nuove elezioni». (Sir)