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Giornata mondiale insegnanti: Rapporto Eurydice, nelle scuole europee troppe differenze in busta paga

C’è chi guadagna 5mila e chi 80mila euro l’anno. In Italia conta l’anzianità

Un insegnante alle prime armi in Europa può guadagnare, da 5.000 a 80.000 euro lordi all’anno, a seconda, evidentemente di dove svolge la sua professione. La media europea è di 24.499 euro lordi l’anno per il livello pre-primario (asilo nido), 26.237 per il livello primario, 27.419 per il livello secondario inferiore e 28.420 per il livello secondario superiore. Gli insegnanti italiani, come i francesi, portoghesi e inglesi, sono in una fascia media di stipendio (24mila euro per la scuola dell’infanzia e primaria, intorno ai 26mila per le fasce superiori). Nell’est europeo (Bulgaria, Lettonia, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia) lo stipendio di base degli insegnanti neo assunti è tra i 5 e i 9mila euro annui. Più alti della media europea sono, invece, gli stipendi degli insegnanti in Belgio (quasi 32.000), Irlanda (36.000), Spagna (30.000), ma anche Paesi Bassi, Austria, Finlandia, Svezia e Scozia. In Danimarca, un insegnante della scuola elementare alle prime armi guadagna più di 52mila euro lorde l’anno, in Germania 50.000, in Svizzera addirittura 70.000. Gli stipendi sarebbero correlati al Pil pro capite dei Paesi, dice il Rapporto annuale che oggi la rete Eurydice della Commissione europea ha pubblicato perché è la Giornata mondiale degli insegnanti. Le differenze salariali di inizio servizio, ovviamente si replicano nel corso della carriera professionale. 

Dell’Italia si dice anche che gli insegnanti hanno bisogno di una significativa anzianità di servizio per raggiungere degli aumenti salariali: gli stipendi iniziali degli insegnanti possono aumentare di circa il 50% solo dopo 35 anni di servizio. “Gli insegnanti e i dirigenti scolastici svolgono un ruolo chiave nella nostra società, aiutando i bambini e ai giovani di sviluppare il proprio potenziale, spesso nonostante le circostanze difficili”, ha commentato la commissaria per l’istruzione Mariya Gabriel, ricordando che “la retribuzione degli insegnanti e le prospettive di carriera dovrebbero essere parte integrante delle politiche per attrarre e trattenere gli insegnanti più qualificati”.