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Hong Kong: card. Tong Hon, appello alla preghiera, «situazione a livello critico»

Mentre ad Hong Kong la situazione sembra precipitare da un momento all’altro, con una preoccupante escalation della violenza e lo spettro di un intervento militare della Cina, il card. John Tong Hon, amministratore apostolico della diocesi, invita tutti i cattolici della città a pregare per «il benessere di Hong Kong». 

In un avviso fatto arrivare a tutte le parrocchie, gli Istituti religiosi maschili e femminili e le comunità cattoliche di Hong Kong, il cardinale parla di «una situazione che ha raggiunto un livello critico» e per questo fa appello alla preghiera. Nella lettera, la Chiesa cattolica di Hong Kong chiede di pregare «intensamente» ogni venerdì, prevedendo anche «iniziative di digiuno, messe, adorazioni eucaristiche, vie crucis e azioni di carità a favore dei poveri e dei più bisognosi». Il cardinale inoltre invita tutti i cattolici a partecipare ad una solenne Celebrazione eucaristica «per il benessere di Hong Kong» che si terrà venerdì 23 agosto alle 20 nella chiesa di San Francesco di Assisi, Shek Kip Mei, Kowloon e sarà presieduta dallo stesso cardinale e concelebrata con tutti i sacerdoti della città.

L’iniziativa è stata presa mentre da sabato i manifestanti stanno bloccando l’aeroporto che è stato più volte costretto a cancellare i voli in partenza e in arrivo. Ci sono stati violenti scontri tra la polizia e i manifestanti con immagini video che hanno ripreso momenti di estrema brutalità ed hanno fatto il giro del mondo. La Cina intanto ha inviato sul posto la polizia lanciando così un messaggio di un possibile, e temuto, intervento militare.

Il clima nell’ex colonia britannica si fa sempre più calda, tanto che lo stesso presidente Usa Donald Trump ha chiesto in tweet che «tutti stiano calmi e al sicuro». Parlando di una situazione che definisce «difficile», ma che «si risolverà». E preoccupazione arriva anche dall’Onu che sulle azioni della polizia chiede «un’indagine». Una richiesta subito respinta da Pechino: «Non vogliamo interferenze, sono nostri fatti interni».

La governatrice Lam, intanto, rilancia con le lacrime agli occhi il suo appello alla calma per evitare «l’abisso». Da giugno sono 700 i manifestanti che sono stati arrestati per le proteste, fanno sapere le stesse forze dell’ordine ricordando che i manifestanti rischiano fino a 10 anni di carcere. I media presenti sul posto parlano di tragedia sfiorata, dopo che gli agenti di polizia sono giunti nell’area dell’aeroporto e si sono scontrati con i partecipanti alla protesta, che hanno eretto barricate alle entrate dello scalo per impedire l’ingresso agli agenti. I manifestanti hanno lanciato oggetti contro i poliziotti, che hanno risposto usando spray al peperoncino. Un agente è stato circondato e aggredito dalla folla. Per liberarsi, ha tirato fuori una pistola e l’ha puntata contro i manifestanti, facendo temere il peggio.