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Hong Kong: sospesa la legge sulle «estradizioni» in Cina. Fino a ieri sera chiese cattoliche piene di fedeli in preghiera

Hong Kong ha annunciato la «sospensione» del dibattito sulla controversa legge sulle estradizioni in Cina. Lo ha annunciato la governatrice Carrie Lam, motivando la decisione «alla luce di quanto successo e, come governo responsabile», in riferimento alle proteste di domenica e agli scontri di mercoledì tra polizia e manifestanti. 

«Le nostre intenzioni erano sincere ed erano di colmare alcune lacune normative», ha aggiunto Lam, che ha letto una dichiarazione di oltre dieci minuti prima in cantonese e poi in inglese. Fino a ieri sera – racconta al Sir padre Renzo Milanese, missionario del Pime e parroco della parrocchia Madre del Buon Consiglio di Kawloon in San Po Kong – le chiese cattoliche di Hong Kong erano piene di fedeli. Su invito della diocesi, in questi giorni di manifestazioni e scontri, i cattolici hanno pregato per il «benessere» di Hong Kong. Molto attiva è stata la parrocchia che si trova proprio nel posto degli scontri di mercoledì scorso: il vescovo ausiliare di Hong Kong e i vicari generali si sono dati il cambio per celebrare messe tutte le sere. Ieri sera solo nella parrocchia di padre Milanese, oltre 400 persone hanno accolto l’invito a pregare perché la vicenda potesse risolversi facendo «scelte in coscienza e senso della giustizia». Per ora la notizia della sospensione della legge è stata accolta dalla gente di Hong Kong come «un dato di fatto» e «non è ancora certo che la manifestazione che era indetta per domani sembra che la faranno lo stesso», dice il missionario. E aggiunge: «E’ una buona notizia momentanea, bisognerà vedere gli sviluppi non solo ad Hong Kong ma soprattutto a Pechino. Il capo dell’esecutivo ha detto che cercherà di dialogare di più con la popolazione e che entro l’anno la legge non verrà riproposta. Lascia però tutto in sospeso. L’unica cosa chiara è che lei rappresenta qualcun altro e non ha potere di decidere queste cose».

In questi giorni ad Hong Kong si erano messi a giocare allo scarica barile: rappresentanti del governo, pezzi grossi dell’economia e della finanza, il capo della polizia. L’impressione – dice padre Milanese – è che dietro alla decisione di sospendere il dibattito sulla controversa legge ci siano stati «i rappresentanti dell’economia e della finanza di Hong Kong che sono intervenuti perché gli affari si fanno qui più che direttamente in Cina e quindi probabilmente hanno detto, ‘non roviniamo la gallina dalle uova d’oro’». Altra considerazione da fare, è l’ipotesi di uno scontro in atto all’interno del partito cinese per tutto quello che sta succedendo in Cina. Un paese che sta soffrendo molto per la lotta commerciale in atto con gli Stati Uniti. «La stessa Huawei ha bisogno di tecnologia che viene dall’America e dall’Europa. Non ha tutto in mano lei. Se si aggiunge una crisi di tipo politico-diritti umani, è certo che la Cina soffrirà ancora di più». Reazioni positive all’annuncio di Carrie Lam da Stati uniti e Taiwan. Il «Civil Human Rights Front» invece, il gruppo che ha organizzato la marcia dello scorso fine settimana richiamando migliaia di persone, non è soddisfatto. Avrebbe cioè desiderato che il capo dell’esecutivo ammettesse i suoi errori e gli errori della polizia per l’uso eccessivo della forza durante le proteste.