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IRAQ, BUSH: CHIUSE LE OPERAZIONI DI COMATTIMENTO MA CONTINUA GUERRA AL TERRORISMO

Il presidente americano George W. Bush ha scelto la portaerei «Lincoln», al largo della costa californiana, per dichiarare il 1° maggio chiuse «le principali operazioni di combattimento in Iraq». La scenografia del discorso di Bush era stata preparata con cura. Il presidente è arrivato sulla portaerei a bordo di jet Viking S-3 della Marina, vestito con una tuta da aviatore ed è sceso sul ponte con un elmetto da «top gun» sotto il braccio. E’ la prima volta che un presidente arriva sul ponte di una portaerei a bordo di un jet, una manovra considerata rischiosa. Bush ha anche pilotato il jet per alcuni minuti, nel breve viaggio da San Diego alla portaerei, che si sta avvicinando al porto californiano dopo dieci mesi in mare. Dal ponte dell’Abramo Lincoln sono partite più di 14mila sortite durante la guerra in Iraq. Indossati nuovamente gli abiti civili, Bush ha parlato per venti minuti davanti a 2mila marinai schierati.

Come previsto, Bush non ha parlato di vittoria né di totale chiusura delle ostilità e quindi, ovviamente, neanche di pace. Il presidente ha detto però che gli Stati Uniti «hanno prevalso», che l’Iraq, dove è tornata la libertà, non costituisce più un pericolo per gli Usa. L’essenzialità dei suoi riferimenti alle «armi di distruzione di massa» – che hanno costituito il motivo ufficiale della guerra – ha sorpreso gli osservatori. Le cronache televisive del discorso hanno fatto riferimento anche ai sette soldati americani feriti ieri a Falluja, 50 chilometri a ovest di Baghdad, da due granate scagliate contro di loro per protesta contro la morte di 15 civili iracheni uccisi qualche giorno fa. Secondo testimoni oculari, le truppe Usa avevano sparato contro una folla di circa 200 persone dopo che qualcuno dei manifestanti aveva scagliato pietre e scarpe per protestare contro l’occupazione americana di una scuola.

Le telecronache hanno rapidamente ricordato che poche ore prima, a Kabul, anche il Ministro della Difesa Donald Rumsfeld aveva dichiarato conclusi “i principali combattimenti” in Afghanistan. A tutti deve essere comunque chiaro che la guerra al terrorismo non è affatto finita e che, come lo stesso Bush ha precisato «continueremo a dare la caccia al nemico prima che possa colpire”.

Intanto, mentre nella capitale irachena veniva riaperto un ufficio dell’Onu, a Madrid, il Segretario di Stato americano Colin Powell cominciava un viaggio che lo porterà in Albania, Libano e Siria e che avrebbe come obiettivo anche la questione mediorientale.