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IRAQ, COMMISSARIATO ONU PREOCCUPATO PER RIFUGIATI PALESTINESI

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha espresso in un comunicato «preoccupazione per il crescente numero di rifugiati palestinesi che sono stati espulsi dalle case in cui vivevano a Baghdad», ed haannunciato «di aver inviato un convoglio di aiuti per far fronte alle loro necessità più urgenti». Un convoglio – composto da 3 camion – sta trasportando aiuti – tra cui 400 tende, 1.200 materassi e 2mila coperte, oltre a stufe, taniche per l’acqua e sapone – per assistere fino a 2mila persone. Gli aiuti saranno poi consegnati alla Mezzaluna Rossa Palestinese che a sua volta li distribuirà ai circa mille palestinesi rimasti finora senza casa.

L’UNHCR teme che altri dei 60-90mila rifugiati palestinesi che si stima vivano in Iraq possano ancora essere costretti a lasciare le case in cui abitano, quando altri proprietari reclameranno le abitazioni che il governo Ba’ath li aveva costretti a dare in affitto ai rifugiati per cifre molto basse.

Situazione critica anche per quanto riguarda decine di rifugiati iraniani, anch’essi espulsi dalle proprie abitazioni dalle comunità locali nel sud dell’Iraq. Mercoledì scorso, un team dell’UNHCR attivo nell’area di Basra, nel sud dell’Iraq, ha individuato diverse famiglie di rifugiati iraniani che vivono in un centro di transito in disuso alla periferia della città. I rifugiati hanno riferito di essere stati espulsi dalle proprie case a Dujaila – un insediamento di rifugiati presso Al Kut, a metà strada tra Basra e Baghdad – e che le loro proprietà e i raccolti sarebbero stati confiscati. Mentre il team dell’UNHCR si trovava ancora nel centro, altre due famiglie sono arrivate da Dujaila adducendo motivazioni simili. Gli operatori hanno poi proseguito verso il confine con l’Iran, dove hanno scoperto altre tre famiglie di rifugiati iraniani che avevano lasciato Dujaila e che tentavano di ottenere l’autorizzazione a rientrare in Iran.

Il personale dell’UNHCR ha di recente ripreso ad operare a Basra, nel sud dell’Iraq, e ad Erbil, nel nord, mentre non vi sono ancora operatori internazionali dell’UNHCR a Baghdad. La decisione su quanto personale dell’UNHCR e delle altre agenzie ONU possa ricominciare ad operare a Baghdad e su quando potrà farvi ritorno, sarà presa dall’agenzia ONU per la sicurezza, l’UNSECOORD, sulla base dei rapporti sulle condizioni di sicurezza che vengono svolti nella capitale irachena.

Prima della guerra, l’UNHCR assisteva, tra gli altri, circa 12mila rifugiati iraniani – soprattutto di etnia curda – nel campo di Al Tash ad ovest di Baghdad, e più di 9mila curdi turchi nel campo di Makhmour, a sud-est della città di Mosul.

L’UNHCR ha più volte espresso preoccupazione per le sorti di un gruppo di circa 1.000 rifugiati iraniani provenienti da Al Tash, rimasti bloccati per oltre tre settimane nella terra di nessuno al confine con la Giordania, dopo aver lasciato il campo alla fine della guerra.