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India, Via Crucis a Mumbai per i cristiani perseguitati

Paura e insicurezza serpeggiano nelle comunità cristiane. Se n'è fatto interprete il cardinale Oswald Gracias: «Sono addolorato e rattristato per gli attacchi contro due chiese cattoliche in India. Condanno con forza queste azioni malvagie e pericolose contro la nostra gente». Accuse infondate di proselitismo che violerebbe la legge anti-conversione.

Attacchi continui negli ultimi mesi. I cattolici di alcune parrocchie di Mumbai, in India, hanno dedicato la Via Crucis del Venerdì Santo alla persecuzione anticristiana, che negli ultimi mesi si è accentuata in maniera drammatica, tanto da far affermare al cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente del Consiglio dei vescovi cattolici dell’India (Ccbi): «Sono addolorato e rattristato per gli attacchi contro due chiese cattoliche in India. Condanno con forza queste azioni malvagie e pericolose contro la nostra gente. Preghiamo per l’India, affinché il dialogo interreligioso, la coesistenza pacifica e il rispetto reciproco tra tutti i cittadini portino il progresso e lo sviluppo della comunità, della società e della nostra nazione».

L’uso della legge anti-conversione. Dal canto suo, monsignor Leo Cornelius, arcivescovo di Bhopal (Madhya Pradesh), ha dichiarato ad AsiaNews: «Alcuni elementi stanno diventando più sfacciati perché nessuno prende provvedimenti contro di loro da quando il Bharatiya Janata Party è alla guida del governo centrale. Ciò è pericoloso per i nostri valori democratici. Questi individui si incoraggiano l’un l’altro per portare avanti le loro azioni anti-sociali. Non hanno un obiettivo religioso, ma usano la religione per polarizzare la società. Il governo centrale non è serio. Il Primo ministro ha dichiarato che non ci sarà intolleranza religiosa, né divisione, ma questi elementi si sentono incoraggiati ad andare avanti dal fatto che New Delhi non si occupa di loro in modo severo». Per il Global Council of Indian Christians (Gcic), le minoranze vengono terrorizzate dalla legge anti-conversione, «che viene usata per muovere accuse false contro cristiani innocenti. Questi estremisti godono della protezione politica del governo e mettono in pericolo le vite della comunità cristiana». Alla violenza nei confronti delle Chiese, si aggiungono atti di aggressione feroce nei confronti delle persone, come quelli avvenuti tre settimane fa nel convento dedicato a Gesù e Maria a Ranagath, nello Stato del West Bengal, dove un gruppo composto da otto persone ha violentato la superiora di 72 anni e ha picchiato tre sue anziane consorelle, durante un tentativo di rapina.

Senso di paura e insicurezza. La scorsa settimana, la National Minorities Commission, istituita dal Governo dell’Unione nel 1992, ha incontrato il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e alcuni membri del clero cattolico latino e siro-malabarese, per discutere del senso di paura ed insicurezza che attraversa la comunità cristiana dopo gli attacchi degli ultimi mesi. Padre Anthony Charanghat, portavoce dell’arcidiocesi, presente al colloquio, ha riferito che «l’arcivescovo ha spiegato quanto la comunità sia rattristata per la risposta tardiva delle autorità agli attacchi avvenuti nel Paese. Ci dispiace che alcuni segmenti rilascino dichiarazioni accusatorie contro i fedeli e il clero e ci accusino di conversioni forzate. Ci vuole un anno di corso e un ‘affidavit’ per poter diventare cristiani, se non lo si è di nascita. La Commissione ha detto che presenteranno le nostre preoccupazioni al Governo, ma che essa non può attuare alcun provvedimento in merito».