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Inghilterra: appello leader religiosi contro legge suicidio assistito

«Una legge che consentirebbe a individui di partecipare attivamente a mettere fine alla vita di altri rafforzandone l'idea che non hanno più nessun valore. Questa non è la via da seguire per una società che vuole essere compassionevole e premurosa». In un comunicato i più importanti leader religiosi della Gran Bretagna hanno lanciato un appello contro la legge sul suicidio assistito in discussione alla camera dei Lords il 18 luglio.

La legge Falconer, dal nome del promotore, permetterebbe ai medici di somministrare una dose letale di farmaci ai malati terminali con meno di sei mesi di vita e capaci di intendere e di volere. Le condizioni del paziente devono essere confermate da due medici. I contrari alla legge sottolineano come essa possa diventare il primo passo verso un allargamento del suicidio assistito anche a disabili e anziani senza che siano malati terminali. Tra i 24 leader religiosi che chiedono ai loro fedeli di mobilitarsi contro il suicidio assistito anche il Primate cattolico, l’arcivescovo Vincent Nichols, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, il rabbino capo delle congregazioni del Commonwealth Rabbi Ephraim Mirvis e i rappresentanti di tutte le religioni del Regno Unito. In questo momento, in Gran Bretagna, il suicidio assistito è vietato dalla legge ma non vengono incriminati i parenti che aiutano malati terminali a morire nella clinica Dignitas in Svizzera.