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Iran: Arcivescovo caldeo di Teheran, «Discorso Rohani molto moderato»

“Un discorso dai toni concilianti”: così monsignor Ramzi Garmou, arcivescovo caldeo di Teheran, giudica le parole del nuovo presidente iraniano, Hassan Rohani, che ieri, nella capitale iraniana, ha prestato giuramento davanti al Parlamento.

“È stato un discorso molto moderato – dichiara al Sir l’arcivescovo – volto soprattutto a ricercare nuove relazioni con i Paesi esteri, compresi gli Usa. Relazioni che devono essere basate sul rispetto, sul dialogo, e non sulle pressioni, sanzioni e minacce”. “Spero che ciò che ha detto venga messo in pratica sul terreno” aggiunge il presule caldeo, per il quale “si è probabilmente di fronte ad una nuova tappa di relazioni internazionali ma credo anche interne. Non sono pochi, infatti, i problemi del Paese cui bisogna fare fronte sul piano economico, come la disoccupazione che preme sui giovani e la povertà delle fasce più deboli della popolazione”.

Rohani “ha promesso che tra i suoi primi impegni ci sarà quello di migliorare la situazione economica”. Non meno urgente per mons. Garmou, “è trovare una soluzione alla questione del nucleare che si può raggiungere ricercando il dialogo che sia rispettoso del diritto di ogni Paese e non sulla minaccia”. L’auspicio dell’arcivescovo è anche quello di un miglioramento delle relazioni interreligiose: “Rohani è un uomo di grande apertura e credo che sarà così anche a livello di dialogo interreligioso”. Nel suo discorso il nuovo presiedente iraniano ha parlato di “linguaggio del rispetto”, e della necessità di “costruire fiducia reciproca, rispetto mutuo e ridurre le ostilità”. In Iran i cristiani sono circa 60 mila, su circa 75 milioni di abitanti. La maggioranza appartiene alla Chiesa armeno-ortodossa, ci sono anche 4 mila caldei cattolici.