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Iraq, Caritas costretta chiudere centri di Qaraqosh, Alqosh e Bartilla

Caritas Iraq è stata costretta a chiudere i centri di Qaraqosh, Alqosh e Bartilla a causa degli scontri armati. Lo rende noto Caritas italiana, rilanciando l’appello alla solidarietà e invitando a unirsi alla preghiera del 15 agosto promossa dalla Cei per i cristiani perseguitati, ricordando che “da oltre 10 anni Caritas Iraq è abituata ad operare in una situazione di insicurezza e continua a farlo, ma con difficoltà sempre più grandi”. “

È sempre attiva – precisa – nella parte settentrionale dell’Iraq, dove pare che le milizie curde, della regione autonoma del Kurdistan, cerchino un accordo con le forze armate di Baghdad e in concomitanza all’inizio degli attacchi aerei degli Usa”.

“La fuga di migliaia di famiglie – informa la Caritas – continua, per sfuggire alle milizie dell’Isis, verso le città di Erbil, Duhok e Sulaymanya, dove peraltro si comincia a soffrire della penuria di luoghi di accoglienza, scarsità di viveri e medicinali e con temperature che in questo periodo superano i 45 gradi. Si calcola che almeno 300.000 persone siano sfollate nelle ultime settimane, quasi tutti cristiani o appartenenti alla minoranza religiosa degli Yazidi”.

Tutto lo staff e i volontari Caritas sono ora attivi nelle regioni di Erbil e Duhok, dove trovano ora assistenza 3.200 famiglie e la Caritas “si prepara ad assisterne altre 1.000, grazie alla collaborazione delle chiese che hanno messo a disposizione le loro strutture”.