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KENYA, DOMENICA DI SANGUE: GRANATE CONTRO FEDELI IN DUE CHIESE

Domenica di sangue in Kenya, dove a Garissa, nel nord-est del Paese vicino al confine con la Somalia, sono state colpite la cattedrale ed una chiesa.17 i morti secondo l’ultimo bilancio, 50 i feriti. La città di Garissa ospita un’importante base militare dell’esercito keniano. Il duplice assalto è stato compiuto da un commando a volto coperto composto da sette persone in tutto e diviso in due gruppi. Nel mirino la cattedrale cattolica e un’altra chiesa poco distante appartenente alla congregazione Africa Inland Indipendent Church. Qui – secondo le prime informazioni – il maggior numero di vittime, tra cui due agenti. Diversi decessi durante il trasporto in ospedale, una decina i feriti gravi. Il Consiglio supremo dei musulmani del Kenya ha immediatamente condannato il gesto chiedendo rispetto per i luoghi di culto. La polizia ha isolato la zona e recuperato un ordigno inesploso nella cattedrale. I sospetti si concentrano sui miliziani islamici somali di Al Shabaab già accusati in passato di altre azioni terroristiche in Kenya dopo che l’anno scorso le truppe di Nairobi sono entrate in Somalia proprio per combattere i ribelli.

«I sanguinosi attentati in Kenya, nella città di Garissa, contro due chiese cristiane, fra cui la cattedrale cattolica, nel corso delle riunioni di preghiera domenicali ha dichiarato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi – sono un fatto orribile e molto preoccupante. Sembra infatti che fra i gruppi terroristi l’attacco ai cristiani riuniti la domenica nei loro luoghi di culto diventi un metodo considerato particolarmente efficace per la diffusione dell’odio e della paura. La viltà della violenza nei confronti di persone inermi riunite pacificamente in preghiera è inqualificabile. Oltre ad essere vicini alle vittime, occorre riaffermare e difendere decisamente la libertà religiosa dei cristiani e opporsi ad atti irresponsabili che alimentino l’odio fra le diverse religioni, come pure agire efficacemente per una soluzione stabile dei drammatici problemi della Somalia, che si riflettono nella regione».