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La Dichiarazione di Roma (2003)

I capi di Stato e di governo europei, convenuti a Roma il 4 ottobre 2003 per il Vertice di apertura della Conferenza intergovernativa, hanno approvato la “Dichiarazione di Roma” con la quale assumono la bozza di Costituzione messa a punto dalla Convenzione europea come “una buona base su cui avviare i lavori della Cig”, nell’ambito del processo di integrazione. Tale processo, secondo i membri e le istituzioni dell’Ue “costituisce la vocazione essenziale del nostro continente e rappresenta il principale strumento per un ruolo più efficace dell’Unione sulla scena internazionale ed ai fini del rafforzamento della pace, della democrazia, della prosperità e della solidarietà in tutti gli Stati membri”.

I leader europei poi “sottolineano come l’imminente ampliamento costituisca una svolta storica, renda l’Unione più ricca in termini di identità e culture, estenda le possibilità di promuovere valori condivisi e di conferire peso a autorevolezza al ruolo dell’Europa nel mondo”.

I leader dell’Unione hanno quindi sottolineato che il trattato costituzionale rappresenta “una tappa fondamentale nel processo volto a rendere l’Europa più coesa e più influente, più trasparente e democratica, più efficiente e più vicina ai propri cittadini, ispirata alla volontà di promuovere valori universali anzitutto attraverso la collaborazione con le organizzazioni internazionali multilaterali e confermando un saldo e paritario rapporto transatlantico”. Pertanto i capi di Stato e di governo “confermano l’importanza dell’impegno a dotare l’Ue, basata sull’eguaglianza degli Stati membri, dei popoli e dei cittadini, di un testo costituzionale che assicuri efficacia, coerenza ed efficienza al ruolo dell’Unione nel mondo”

Per tutti questi motivi i leader europei ritengono auspicabile “una conclusione del negoziato costituzionale in tempo utile per le elezioni del Parlamento europeo del giugno 2004, così da consentire ai cittadini europei di esprimere il proprio voto nella piena coscienza della futura architettura dell’Unione”.

La “Dichiarazione di Roma” rende, infine, omaggio “nell’imminenza di questo significativo passaggio a quanti hanno, dal dopoguerra ad oggi, nutrito la loro capacità di visione degli ideali europei investito in modo lungimirante le proprie energie nel processo di integrazione europeo: dai fondatori delle originarie comunità, ai dirigenti politici degli Stati membri, che ne hanno proseguito e sviluppato l’opera, ai semplici cittadini e, soprattutto, ai più giovani dell’Europa, che sono chiamati a definire il volto e l’identità dell’Europa di domani”. Sir