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La piccola Sophia scrive a Putin: «La mamma non ti ha insegnato la pace?»

La bambina di 8 anni, che abita a Reggello in provincia di Firenze, ha scritto su due post-it al presidente russo che ha voluto la guerra in Ucraina. Il nonno Sandro Bosio ci racconta com’è nata l’idea

«Caro Putin, mi chiamo Sophia e sono italiana. Ti scrivo questa lettera perché voglio che tu smetta di fare la guerra! Ti rendi conto quante persone sono morte per colpa tua? Spero che capirai cos’è la pace. Queste cose te le deve dire una bambina di otto anni? Non te l’ha insegnato la tua mamma? Spero che ci penserai! Rispondimi. Sophia Maslowski». Sono queste le parole scritte dalla piccola Sophia su due post-it bianchi trovati al volo in casa dei nonni a Reggello (Firenze). Frasi brevi, ma chiare che lasciano trasparire tutta l’innocenza e la semplicità tipiche dei bambini. Tante domande in poche righe; il desiderio e il coraggio di capire come mai nel mondo ci sono ancora persone che non sanno cosa sia la pace.

«Una sera eravamo a cena tutti insieme – racconta il nonno di Sophia, Sandro Bosio –. Stavamo parlando delle ultime notizie che arrivavano dalla guerra tra Russia e Ucraina. Con parole semplici, adatte ai bambini, si commentava il fatto che Putin volesse arruolare più persone possibili e mandarle a combattere. Dicevamo che lo aveva posto come obbligo e che chiunque si rifiutasse sarebbe finito in carcere per molto tempo. Per questo tante persone in quelle ore stavano fuggendo dalla Russia». Sophia ascolta con attenzione i nonni e i genitori che parlano e non vuole restare con le mani in mano. Allora le viene un’idea: scrivere a Putin una bella lettera. «All’improvviso Sophia salta fuori dicendo di voler scrivere a Putin – continua Sandro –. Io le ho detto di farlo e l’ho appoggiata fin da subito. All’inizio lei era un po’ incerta. Mi ha guardato fisso negli occhi, come a dirmi: “ma sei serio nonno?” e io l’ho incoraggiata. Allora lei è andata a prendere carta e matita, è tornata a tavola e ha cominciato a buttar giù queste frasi in maniera molto semplice».

Sophia ha solo 8 anni ma scrive già bene e la sua grafia grande e sicura riempie velocemente i due post-it. «Mentre scriveva è rimasta seduta a tavola -spiega il nonno –. Non è andata in camera sua per poi tornare con la lettera già fatta, anzi. Noi eravamo tutti lì e sapevamo quello che stava scrivendo. Pensava alle parole, poi ci chiedeva se fosse giusto scrivere in quel modo e noi la aiutavamo e la incoraggiavamo».

C’è un punto nella lettera di Sophia che colpisce tutti fin dalla prima lettura: la semplicità con cui chiede a Putin «non te l’ha insegnato la tua mamma?». «Lei è molto attaccata alla sua mamma – racconta Sandro –. Quello che dice la mamma per lei è oro colato. Quindi ha fatto questo ragionamento e si è domandata come mai la mamma di Putin non gli abbia insegnato a essere buono e l’importanza della pace; e se anche lo avesse fatto come mai lui non l’abbia ascoltata».

«Dopo aver finito di scrivere – continua il nonno –, Sophia voleva che io mettessi la lettera in una busta, ci scrivessi l’indirizzo di Putin e dietro il nostro e poi aggiungessi anche il mio numero di telefono in caso Putin avesse voluto chiamarci. Io ho assecondato il suo desiderio senza farle sentire che questa era una cosa un po’ ridicola. Ho messo davvero i due foglietti nella busta, ci ho scritto sopra il nostro indirizzo e quello del destinatario, ma poi ho tenuto tutto da una parte cercando di capire quale fosse la cosa giusta da fare, se spedirla veramente oppure no».

Il giorno dopo, però, Sandro è andato alla messa e ha fatto vedere ciò che aveva scritto sua nipote all’amico sacerdote, il quale ha trovato il messaggio molto bello e da pubblicare. Forse la letterina di Sophia non sarà arrivata a Mosca, ma nella nostra redazione sì. E noi abbiamo deciso di pubblicarla per ribadire ancora, con le parole semplici di una bambina, di smettere di fare la guerra e capire davvero, una volta per tutte, cosa significhi la pace.