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Libia: don Zerai (Habeshia), migliaia di profughi intrappolati e abbandonati

Un nuovo appello all’Europa e alla comunità internazionale per “trovare soluzione alle migliaia di profughi intrappolati nella guerra in Libia: serve un piano di evacuazione, proteggere i profughi dal coinvolgimento forzato nella guerra, dalle mani dei trafficanti, da abusi e violenze”. Lo lancia don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia, rendendo presente la drammatica situazione in Libia: “Ogni giorno riceviamo telefonate da gente disperata, impaurita, gente con delle ferite nel corpo e nel animo. Ma è l’indifferenza il peggior nemico che sono costretti a combattere”.

“Oggi migliaia di profughi e rifugiati sono ‘figli di nessuno’ – polemizza don Zerai -, perché i figli delle potenze occidentali sono stati evacuati in totale sicurezza, protetti dai diplomatici dei loro Paesi. I profughi e rifugiati sono stati lasciati abbandonati in balia delle milizie armate che si combattono tra di loro e costringono ai profughi di portare le armi, di morire in una guerra che non gli riguarda”.

A Tripoli, ad esempio, vi sono circa 350 profughi del Corno d’Africa, con molte donne e bambini, chiusi da giorni in un campo sportivo sotto il sole di giorno e al freddo la notte, con poco cibo e acqua; a Misurata circa 600 profughi eritrei vivono in condizioni di totale degrado; a Sebha 20 profughi feriti sono in un ospedale che non può prendersi cura di loro per mancanza di medicine e strumenti. “Ci troviamo di fronte a un’Unione africana incapace di proteggere suoi figli – conclude -, e una Europa preoccupata di difendere il suo benessere”.