Mondo

Manifestazioni per la pace in tutto il mondo

Centodieci milioni di persone in tutto il mondo sono scesi in piazza, sabato 15 febbraio, per marciare contro la guerra. Lo ha affermato la CNN, che ha stilato un bilancio di una giornata di manifestazioni in tutto il mondo, dalla Nuova Zelanda agli Stati Uniti. La maggiore partecipazione di cittadini si è avuta comunque in Europa, a Londra, Berlino, ma soprattutto a Roma. Alla manifestazione romana hanno preso parte anche almeno 50 mila toscani. Iraq, gli ispettori chiedono tempo Una forte domanda di politica

Centodieci milioni di persone in tutto il mondo sono scesi in piazza, sabato, per marciare contro la guerra. Lo ha affermato la CNN, che ha stilato un bilancio di una giornata di manifestazioni in tutto il mondo, dalla Nuova Zelanda agli Stati Uniti. Un’ampia panoramica di queste manifestazioni è stata fornita anche dall’Agenzia missionaria Misna.

Partendo dall’Asia e dall’Oceania, a Melbourne – l’Australia è uno dei principali alleati degli Usa – sono scesi in piazza centomila pacifisti, mentre a Giakarta hanno manifestato solo poche decine di medici e infermieri. Circa 25mila persone hanno sfilato per il centro di Tokyo, in Giappone, mentre a Seoul, capitale della Corea del Sud, erano poco più di 5mila. Alcune migliaia di «coraggiosi» malesi hanno sfidato i divieti della polizia e sono scesi per le strade di Kuala Lumpur. Spostandosi verso l’India, la giornata contro la guerra ha toccato Calcutta, e nel Pakistan ventina di città. Ad Atene uno striscione gigantesco con la scritta «sì alla pace, no alla guerra» è stata srotolato sull’Acropoli, nel centro della capitale greca. A Istanbul, 5.000 turchi hanno manifestato violentemente contro gli Usa, chiedendo a Washington di abbandonare la via della guerra dopo che l’ultimo conflitto nel Golfo ha causato ad Ankara danni per milioni di euro (per le perdite sofferte dall’industria turistica). Anche il Medio Oriente è stato attraversato da manifestazioni di protesta contro il conflitto nel Golfo. Al Cairo migliaia di dimostranti hanno preso parte all’iniziativa promossa da forze politiche di ogni tendenza. A Damasco si calcola che siano oltre 200mila le persone scese per strada a ribadire la propria ferma opposizione a un conflitto che – in questo caso – lambirebbe i loro confini. In Israele i pacifisti hanno fatto sentire la propria voce a Tel Aviv. E anche a Baghdad– la città al centro dei piani militari Usa – centinaia di migliaia di persone hanno sfilato per le vie della capitale, ma più che per la pace lanciavano slogan contro Bush e gli Stati Uniti. Anche a Mosca i manifestanti contro la guerra hanno sfidato il freddo per manifestare davanti all’ambasciata statunitense. L’agenzia Interfax ha stimato i manifestanti attorno al migliaio.

Le più grandi manifestazioni, forse le più imponenti manifestazioni dai tempi della guerra in Vietnam, si sono avute in Europa. Il sindaco di Londra, Ken Livingstone, ha affermato che nelle vie della capitale britannica ha sfilato almeno un milione di inglesi critici nei confronti dell’adesione del Governo inglese ai progetti bellici di Washington. Anche a Parigi 200 mila persone sono scese in piazza, ma manifestazioni si sono avute in altre 60 città. A Berlino c’era almeno mezzo milione di persone, giunte nella capitale per dare forza all’atteggiamento fortemente contrario a un conflitto del cancelliere Gerhard Schroeder.

Roma, forse, è stata la città che ha ospitato la folla più ingente. Gli organizzatori più entusiasti parlano di tre milioni di persone, mentre la questura limita a 650 mila il numero delle presenze.

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