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Messico: nuova carovana di migranti honduregni. Suor Lidia de Souza (mobilità umana), «la metà sono donne e minori»

È già in Messico, dopo aver attraversato il Guatemala, buona parte della nuova carovana di migranti honduregni partiti il 15 gennaio dalla città di San Pedro Sula. I migranti sono già circa 2.000, qualcun altro si sta aggiungendo. Ripeteranno lo stesso itinerario già fatto dalle prime carovane che hanno cercato di raggiungere gli Stati Uniti nei mesi di ottobre e novembre, rimanendo alla fine in gran parte bloccati alla frontiera tra Messico e Usa a Tijuana.

«C’è preoccupazione – dice al Sir da Tegucigalpa suor Lidia de Souza, coordinatrice per la pastorale della mobilità umana della Conferenza episcopale dell’Honduras (Ceh) -. Non si sa da chi è stata convocata la carovana, gli avvisi hanno cominciato a circolare già a fine dicembre sui social network, convocando per il 15 gennaio chi voleva mettersi in cammino. La gente ha cominciato a radunarsi già nella notte. Anche stavolta una buona metà della carovana è composta da donne e minori. Alla frontiera con il Guatemala sono stati bloccati i minori non accompagnati e coloro che non erano in regola, ma il rischio è che siano passati per i cosiddetti ‘puntos ciegos’, i passaggi frontalieri non controllati. Non si conoscono i leader e si tratta di un cammino pericoloso».

Ma i tentativi fatti per dissuadere chi voleva partire non sono stati ascoltati, nonostante le prime carovane non siano sostanzialmente riuscite a raggiungere l’obiettivo che si erano date. Prosegue la religiosa: «Si tratta di un cammino pericoloso, però bisogna ammettere che lo è di meno se si marcia per gruppi numerosi, come sta accadendo in questi mesi. La criminalità organizzata ha meno possibilità di intervenire».