Mondo

Migranti, approdata a Valencia la nave Aquarius carica di orfani e persone abusate e torturate

È finalmente approdata nel porto di Valencia la nave dell'Aquarius con a bordo un carico di storie drammatiche di fuga e morte. C'è chi ha rischiato di morire nel Mediterraneo e chi lo ha fatto per fuggire dall'elettrochoc dei torturatori libici. Chi è scappato per proteggere i figli e chi se ne è andato perché non aveva più nessuno con cui stare, a soli 11 anni. 

L’arrivo dell’Aquarius a Valencia è un simbolo di una politica europea incapace di fronteggiare unita il dramma delle migrazioni: ma le storie di chi scende dalla nave raccolte dai volontari di Medici senza frontiere e Sos Mediterranee sono quelle che nei porti siciliani e calabresi, o nell’avamposto di Lampedusa, conoscono da anni. Storie di violenze, soprusi e disperazione che nessun muro, in terra o in mare, potrà fermare. Ciò nonostante il ministro Matteo Salvini promette la linea dura: «Non sbarcherete in Italia». Non appena i suoi uffici gli comunicano che due navi umanitarie di associazioni tedesche, ma con bandiera olandese, Seefuchs e Lifeline, si trovano di fronte alle coste libiche pronte a caricare migranti, il ministro dell’Interno lancia il suo monito con un post su Facebook seguito dall’hashtag #chiudiamoiporti e il sottosegretario Vito Crimi conferma: «Le ong alimentano il traffico di esseri umani».

«Noi dell’Unicef siamo sollevati dal fatto che tutti i 123 bambini, tra cui 60 non accompagnati, siano sbarcati in sicurezza sulle coste spagnole e siano stati accolti con cura dopo 8 giorni di mare in condizioni di disagio». Lo ha dichiarato Afshan Khan, direttore regionale Unicef per l’Europa e l’Asia Centrale a proposito dell’arrivo dei bambini migranti nel porto di Valencia, in Spagna, a bordo della nave della Guardia Costiera Italiana, «Dattilo», trasbordati da Aquarius. «La Spagna – aggiunge – non solo ha fatto la cosa giusta accogliendo questi bambini e queste donne in gravidanza estremamente vulnerabili, ma ha anche dato l’esempio ad altri Paesi, su entrambe le sponde del Mediterraneo, di condividere la responsabilità delle migrazioni e di agire in conformità con i principi umanitari e il diritto internazionale». Unicef annuncia che, durante la permanenza dei minori a bordo della nave «Dattilo», i bambini sono stati identificati fornendo informazioni e ricevendo sostegno psicosociale e assistenza sanitaria e igienica. «Siamo grati e fiduciosi che la Spagna ora offrirà a questi bambini non solo sicurezza, cura e assistenza sanitaria sulla terraferma, ma una possibilità di avere il loro superiore interesse determinato in modo tempestivo e assicurandone la protezione». A bordo della «Dattilo» erano 60 i bambini non accompagnati e separati, 52 ragazzi e 8 ragazze: la maggior parte (28) arrivava dall’Eritrea.