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Migrazioni: Avramopoulos (Ue), rivedere sistema di asilo oltre Dublino e frontiere sicure

Il commissario europeo incaricato delle migrazioni ha presentato oggi una proposta «per accelerare, facilitare e rafforzare le procedure di controllo di frontiera per i cittadini di Paesi terzi diretti nell’Ue».

(Bruxelles) – «Il sistema di ingressi/uscite permetterà di modernizzare la gestione delle frontiere esterne migliorando la qualità e l’efficacia dei controlli e aiuterà gli Stati membri a far fronte all’aumento dei flussi in entrata e in uscita dall’Ue». La Commissione europea ha presentato oggi una proposta «per accelerare, facilitare e rafforzare le procedure di controllo di frontiera per i cittadini di Paesi terzi diretti nell’Ue». Il tema è scottante, soprattutto in relazione a quanto sta accadendo ai confini e via mare tra Turchia e Grecia. Ma i processi politici e legislativi a livello comunitario richiedono tempo e diplomazia. Così il commissario Dimitris Avramopoulos, incaricato delle migrazioni, ha spiegato – avendo accanto il vice presidente Frans Timmermans – che s’intende rivedere il sistema dell’asilo «perché così com’è non funziona», bisogna «ridistribuire i richiedenti asilo fra tutti gli Stati membri» (il che significa una revisione del sistema di Dublino), ed è «necessario rafforzare i controlli alle frontiere». Il tutto richiede «una collaborazione a livello europeo». Concretamente la Commissione ha avanzato una proposta di legge Ue che fa parte di un pacchetto «frontiere intelligenti» più «ampio» e che «definisce il ruolo dei sistemi di informazione per il miglioramento della gestione delle frontiere esterne, della sicurezza interna e delle strategie di lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata». Quando la Commissione avrà formalizzato la proposta, essa passerà per competenza a Consiglio e Parlamento Ue.

«L’utilizzazione di nuove tecnologie – ha detto ancora Dimitris Avramopoulos – renderà più agevole la gestione dei flussi di viaggiatori che giungono alle nostre frontiere esterne e la lotta contro l’immigrazione irregolare e migliorerà la sicurezza interna». «Oggi affrontiamo una reale carenza dei nostri sistemi di informazione e prendiamo misure concrete per rendere le nostre frontiere più sicure, intelligenti ed efficaci per i viaggiatori che si dirigono, in numero crescente, nell’Ue». Il commissario europeo insiste sul termine «viaggiatori», benché l’emergenza profughi faccia pensare ad altre motivazioni. Il sistema di ingressi/uscite proposto consentirà «una gestione efficace dei soggiorni di breve durata autorizzati e una maggiore automazione dei controlli alle frontiere, permettendo anche di individuare più facilmente i documenti contraffatti e le false identità». Il sistema, chiarisce la Commissione, «si applicherà a tutti i cittadini di Paesi terzi ammessi per un soggiorno di breve durata nello spazio Schengen (non superiore a 90 giorni nell’arco di 180 giorni)».

Il sistema registrerà i nomi, il tipo di documento di viaggio e i dati biometrici, nonché la data e il luogo di ingresso e di uscita. «Ciò agevolerà l’attraversamento delle frontiere per i viaggiatori in regola e permetterà di individuare coloro che sono rimasti nell’Ue dopo la scadenza del periodo autorizzato e di identificare le persone prive di documenti nello spazio Schengen». Il sistema registrerà anche i respingimenti. Il sistema di ingressi/uscite sostituirà l’attuale sistema di timbratura manuale dei passaporti «che è dispendioso in termini di tempo, non fornisce dati affidabili sugli attraversamenti di frontiera e non consente di individuare chi rimane nello spazio Schengen dopo la scadenza del periodo autorizzato».