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Naufragio nel Mediterraneo: 117 morti tra cui 10 donne e un bambino di 2 mesi

Ennesima strage di migranti nel Mediterraneo. Sant’Egidio, «l’Europa metta da parte i litigi e intervenga»

«I sopravvissuti soccorsi ieri in mare e portati a Lampedusa dalla Marina militare hanno raccontato di essere partiti dalla Libia su un gommone con a bordo 120 persone. Al momento ci sarebbero quindi 117 dispersi, tra cui 10 donne e un bambino di 2 mesi». Lo riferisce in un tweet l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).

«Di fronte all’ennesimo, drammatico, naufragio di migranti, occorre far tacere ogni polemica e mostrare pietà», scrive la Comunità di Sant’Egidio. «Non si può far finta di niente: per un senso di umanità, che dovrebbe accomunare tutti, ma anche perché la loro tragedia ci riguarda da vicino». Secondo la Comunità «è davvero scandaloso litigare – come si è fatto nei giorni scorsi – su un piccolo gruppo di persone già salvate ma non sbarcate: di fronte ad un fenomeno di così ampie proporzioni, che riguarda non solo il futuro dell’Africa, ma anche quello del nostro continente». Per questo motivo, «l’Unione dovrebbe mettere da parte i litigi e avere il coraggio di avanzare proposte di ampio respiro, le uniche che possono contrastare con efficacia i trafficanti di esseri umani». Il primo passo, secondo Sant’Egidio, è quello di «continuare a salvare chi è in pericolo, non solo nel mare ma anche nel deserto e nei campi di detenzione in Africa».

«In secondo luogo, occorre intervenire con intelligenza, in modo consistente, nei Paesi di origine dell’immigrazione per consolidare la pace e creare soluzioni occupazionali, a partire dai giovani». «In terzo luogo – continua la nota -, è urgente anche pensare a vie di ingresso regolare – come lo sono i corridoi umanitari per chi fugge dalle guerre – perché favoriscono l’integrazione, che è l’unica risposta umanamente, economicamente e socialmente sostenibile ad un fenomeno che ci accompagnerà anche nei prossimi anni».