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PROFUGHI ERITREI: DON ZERAI DENUNCIA «MASSACRO» NEL CAMPO UNHCR IN SUDAN

Almeno venti morti e molti feriti gravi, di nazionalità eritrea ed etiope: sarebbe questo – se confermato – il bilancio di un «vero massacro dei rifugiati» perpetrato ieri nel campo di Scegarab, in Sudan, da parte delle forze dell’ordine incaricate di sorvegliare il campo. E’ la denuncia di don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia, al quale sono giunte testimonianze drammatiche dal campo gestito dall’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per rifugiati) in Sudan, tristemente noto perché qui vengono spesso rapiti i profughi eritrei poi venduti nel deserto del Sinai per chiedere un riscatto alle famiglie. Secondo la ricostruzione di don Zerai circa 300 persone accolte nel campo si sono presentati davanti agli uffici dell’Unhcr per chiedere «maggiore protezione contro i trafficanti». La polizia avrebbe disperso il gruppo con gas lacrimogeni e proiettili veri, «uccidendo una ventina di persone, molti feriti gravi, ai quali sono state perfino rifiutate le cure mediche negli ospedali». «Da tempo riceviamo segnalazioni di una collaborazione tra alcuni poliziotti sudanesi e i trafficanti che vengono a sequestrare le persone – denuncia don Zerai -. Una risposta così violenta non aiuta ad allontanare il sospetto di complicità e connivenza». «In un campo profughi sotto il mandato dell’Unhcr – afferma il sacerdote eritreo – non è accettabile un massacro del genere». (Sir)