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PROFUGHI NEL SINAI, VESCOVI CATTOLICI DI TERRA SANTA: AGIRE CONTRO TRAFFICANTI

Un appello alle autorità egiziane, israeliane e alla comunità internazionale, perché “intensifichino gli sforzi nella lotta contro la tratta di esseri umani nel Sinai, contro gli abusi, le umiliazioni, le torture, gli stupri e gli omicidi” che colpiscono i profughi africani – soprattutto eritrei, etiopi e somali – in fuga da Paesi in guerra o dove subiscono violenze. E’ contenuto in un documento firmato ieri a Gerusalemme da una ventina di vescovi e altre autorità ecclesiali riuniti nell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa, tra i quali mons. Fouad Twal, patriarca latino di Gerusalemme, mons. Antonio Franco, nunzio apostolico a Israele e Cipro, padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, mons. Maorun Lahham, vicario patriarcale latino per la Giordania. I vescovi di Terra Santa esprimono “profonda preoccupazione” per la “terribile situazione dei richiedenti asilo detenuti in ostaggio nel Sinai” e invitano ad una “più ampia presa di coscienza” per la loro sorte. Chiedono, in particolare, “una cessazione immediata del traffico di esseri umani”. In concreto, invitano le autorità civili in Egitto e Israele ad “agire in modo deciso contro i trafficanti, chiudendo le loro basi di attività, perseguendo i criminali coinvolti nei due lati della frontiera israelo-egiziana, aiutando le vittime, offrendo loro un rifugio e proteggendo le popolazioni”.Da parte loro, gli ordinari cattolici dichiarano di volersi impegnare “nell’assistenza spirituale dei cattolici tra i richiedenti asilo”, chiedendo alle autorità israeliane di “permettere ai cappellani e ai loro assistenti di incontrare i richiedenti asilo incarcerati nelle strutture di confino in Israele, per offrire loro consolazione spirituale”. I vescovi richiamano le autorità civili in Egitto e Israele ai “loro obblighi di rispettare le disposizioni e le norme internazionali relative ai diritti umani nel trattamento, la protezione della dignità e dell’integrità fisica e psicologica” delle persone, compreso “il diritto ad un procedimento regolare e un processo equo per i richiedenti asilo e i migranti”. Ringraziano inoltre i militanti nelle organizzazioni per la tutela dei diritti umani che operano nei due Paesi, per l’aiuto alle vittime dei trafficanti. (Sir)